La premier: la Schlein vuole che usciamo dalla Nato?
«L’ho detto a Trump e ai leader: è necessario rinsaldare l’Alleanza atlantica non solo militarmente, è giusto che l’Europa contribuisca in maniera più marcata alla propria sicurezza. E penso che serva riavvicinare Usa e Ue, anche perché nel frattempo altre potenze si stanno facendo avanti per prevalere negli equilibri mondiali, e non credo convenga nè all’Europa nè agli Usa che accada». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un’intervista al Corriere della Sera.
Con Trump «non c’è dubbio che i nostri rapporti personali siano molto buoni. Siamo due leader che si rispettano e si capiscono, anche quando non sono completamente d’accordo. Penso che sia nella vocazione dell’Italia lavorare per avvicinare il più possibile le due sponde dell’Atlantico per rafforzare l’Occidente, inteso come civiltà e non come semplice spazio geografico o insieme di interessi. Non sarà facile, perché ci sono punti di vista differenti su alcune questioni, ma nel concreto penso che si possano fare importanti passi in avanti. Sono convinta che un punto di incontro è possibile e necessario».
Sull’incontro tra Trump e i vertici europei a Roma «penso che man mano che si lavora a livello tecnico per capire i margini di un possibile accordo, si avvicini anche la possibilità di un incontro politico. Non abbiamo mai dato una data. Oggi i tempi non sono ancora maturi. Se Roma può essere la sede giusta perché il nostro Paese viene visto come amico credo che sarà un grande riconoscimento. Ma anche se fosse altrove, a Bruxelles o ovunque, questo sì me lo concedo, qualche merito penso di poter dire che lo avrò avuto comunque».
Il funerale del Papa
«Non sarei mai stata lì. Non c’entravamo noi altri leader, non so se qualcuno ha pensato di doverci essere, ma io no» ha detto riferendosi al colloquio tra Trump e Zelensky a San Pietro. «Credo sia stato un momento bellissimo – dice ancora – e a quanto mi è stato detto dai protagonisti potrebbe anche aver rappresentato un punto di svolta. Forse l’ultimo regalo di Papa Francesco a noi tutti».
«Penso che (il Pontefice, ndr) – ha detto ancora – meritasse un funerale imponente e senza alcun intoppo, come è stato, e penso che in quel faccia a faccia ci fosse, non so come dirlo… Il suo spirito».
Alla domanda sul perché in occasione delle esequie sia mancata una sua iniziativa per organizzare un vertice tra i leader, Meloni risponde: «La verità è che non ho mai considerato i funerali del Papa un’occasione per mettere assieme questo o e quell’altro leader. Non avrei mai voluto passaggi o vertici politici che avrebbero distolto l’attenzione da quello che era un evento importantissimo per la comunità cristiana e cattolica, e per tutto il mondo».
Italia, Usa e Ucraina
Sul rapporto con Trump «anche di me si dice che spacco in due l’Italia, e non è vero. E a dirlo sono gli stessi le cui valutazioni trovo francamente superficiali e infantili. Quando la leader del Pd dice che ‘Trump non può essere un nostro alleato’, cosa intende esattamente? Che rompiamo i rapporti di alleanza di 70 anni e usciamo dalla Nato? Io non penso che le nostre alleanze fondamentali cambino in base a chi vince le elezioni. Evidentemente la sinistra sì. E in fondo non mi stupisce: per noi l’interesse nazionale viene prima di ogni cosa, per altri prevale l’appartenenza ideologica».
Rispetto alla guerra, il ruolo dell’Italia è «stare accanto all’Ucraina. Noi ora sosteniamo gli sforzi di Trump e siamo contenti che Zelensky si sia detto disponibile a un cessate il fuoco incondizionato, dimostrando che anche l’Ucraina vuole la pace. Ora è la Russia che deve dimostrare la stessa cosa. Perché la tregua di tre giorni annunciata da Putin è una cosa diversa, e decisamente insufficiente. E la pace dovrà essere giusta e duratura». Nella maggioranza c’è accordo: «lo dimostrano i voti. Poi ciascuno usa accenti diversi, è naturale».