La Ficei: «Regione, con i suoi porti, è centrale ma è vulnerabile»
«L’aumento dei costi della logistica globale non è solo una questione di trasporti più cari: è un freno diretto alla crescita economica che, in combinato con l’aumento dei dazi, rischia di innescare una bomba atomica nelle economie mondiali. In Campania, questo freno si sta già facendo sentire. Le stime del nostro centro studi, per il triennio 2025-2027, parlano chiaro: il PIL regionale rischia di crescere a un ritmo inferiore all’1% annuo, zavorrato da una rete logistica sotto pressione e da una crescente instabilità nei flussi commerciali internazionali». A dirlo è Antonio Visconti, presidente Ficei (la federazione dei consorzi industriali italiani) e numero uno di Asi Salerno.
«I rincari dei trasporti marittimi e terrestri, innescati da tensioni geopolitiche e nuove politiche tariffarie, stanno modificando le rotte globali e minacciando la competitività di interi territori. La Campania, con i suoi porti strategici di Napoli e Salerno, si trova in una posizione cruciale ma vulnerabile. Se non riuscirà ad adattarsi, rischia di essere tagliata fuori dai nuovi equilibri commerciali – aggiunge Visconti -. Nel frattempo, i settori produttivi mostrano segni evidenti di affaticamento».
«L’automotive è in crisi profonda e l’agroalimentare, nonostante un buon export, fatica a reggere l’urto dei costi: tre imprese su quattro dichiarano difficoltà legate alla logistica, secondo le nostre proiezioni. Il manifatturiero – conclude Visconti – registra già un calo occupazionale, compensato solo in parte dal boom del farmaceutico».