Tragedia della funivia del Faito: si indaga per disastro e omicidio colposo

L’Ansfisa: «Verifiche fatte a marzo 2024»

Ore di angoscia, con i soccorsi resi complicati dalla nebbia, e quella cabina a monte dell’impianto della funivia del Faito di cui non si hanno più notizie ad alimentare col passare del tempo il timore di una tragedia.

Fino al tragico epilogo, con la speranza vanificata dalle notizie che arrivano: è di 4 morti e un ferito grave il bilancio dell’incidente verificatosi sulla funivia del Faito dove, a causa della rottura di un cavo, una cabina della funivia che collega Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, con la vetta, un panorama mozzafiato a 1100 metri sulle bellezze del Golfo, si è schiantata al suolo trascinando con sé cinque persone, due coppie di turisti stranieri e il macchinista di bordo, Carmine Parlato, dipendente dell’Eav. L’unico sopravvissuto è un turista israeliano, condotto in eliambulanza all’ospedale del Mare di Napoli. Ha riportato fratture multiple agli atti inferiori ed è attualmente intubato nel reparto di rianimazione.

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Incolumi invece i nove passeggeri saliti sulla cabina diretta a valle, rimasta sospesa nel vuoto a una ventina di metri dal suolo fino all’arrivo dei soccorritori, che hanno tirato fuori i viaggiatori imbragandoli uno ad uno. Nel loro caso ha funzionato il freno di sicurezza, ad evitare guai peggiori. L’incidente è avvenuto poco dopo le 14.30.

La tragedia a monte

A dare la notizia della sciagura è stato l’ad di Eav, l’Ente Autonomo del Volturno che gestisce la funivia, Umberto De Gregorio: «La cabina a monte è caduta. Si temono vittime» il post sui social arrivato poco dopo le 18 che ha spezzato ogni speranza. Preceduto pochi minuti prima dall’annuncio: «Una tragedia».

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L’impianto turistico – dopo la chiusura invernale – aveva riaperto i battenti in vista della stagione estiva solo 7 giorni fa. La macchina dei soccorsi si è mossa per tempo ma le ricerche dell’unico disperso sono state complicate dal maltempo e dalla coltre di nebbia sulla sommità del Faito, proprio nel giorno in cui la Protezione Civile ha dichiarato allerta meteo di colore giallo a partire dalle 14 per il rischio temporali.

De Gregorio: «Le condizioni non imponevano la chiusura»

A chi chiede se ci fossero le condizioni per il regolare esercizio della funivia De Gregorio risponde così: «Abbiamo un direttore di esercizio di grandissima qualità. A volte si chiude in presenza di forte vento, evidentemente oggi ha ritenuto che le condizioni non fossero tali da imporre lo stop». In lacrime la moglie dell’operatore a bordo della cabina precipitata, tra i primi a giungere sul luogo della tragedia.

L’inchiesta della Procura di Torre Annunziata

La Procura di Torre Annunziata ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando i reati di disastro colposo e omicidio plurimo colposo. Sul posto il procuratore di Torre Annunziata Nunzio Fragliasso: «siamo nella fase preliminare delle indagini» ha detto. Le indagini sono state affidate alla Polizia di Stato e sul luogo della sciagura si è recato, oltre il procuratore capo anche il procuratore aggiunto Giovanni Cilenti e dal sostituto procuratore Giuliano Schioppi.

«Gli accertamenti sono in corso, lasciamo operare il procuratore Fragliasso e le forze di polizia. Il rigore con cui questa indagine è partita sarà sicuramente foriero di notizie, non certo oggi ma nei prossimi giorni» ha detto il prefetto di Napoli, Michele di Bari. Il prefetto, subito dopo la notizia dell’incidente, ha convocato il Centro di coordinamento soccorsi. «L’intervento dei soccorsi è stato tempestivo ed efficace, ringrazio tutte le forze dell’ordine», dice di Bari ricordando l’intervento di evacuazione della cabina della Funivia rimasta sospesa, a valle, da cui sono stati tratti in salvo otto passeggeri e un macchinista.

La nota dell’Ansfisa

«Nel mese di marzo 2024, la funivia del monte Faito è stata oggetto di verifica da parte degli ispettori dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (Ansfisa), come previsto dalla normativa vigente che stabilisce l’obbligo di ispezioni dirette sugli impianti ogni tre anni».

Lo rende noto la stessa Agenzia in una nota in cui si sottolinea come «relativamente ai controlli del 2025, in linea con quanto previsto dai regolamenti, la società esercente Eav abbia trasmesso in data 8 aprile 2025 tutta la documentazione necessaria, comprensiva dell’esito dei controlli manutentivi ordinari e straordinari, nonché delle prove non distruttive eseguite sui cavi».

«Tali verifiche – si precisa – sono state accompagnate da apposite relazioni firmate dal direttore di esercizio, che assevera la piena idoneità dell’impianto alla prosecuzione dell’attività in sicurezza. Tutte le dichiarazioni, relazioni tecniche e documentazione di supporto – sia da parte del direttore di esercizio dell’esercente sia da parte dei tecnici incaricati per la manutenzione – sono state regolarmente acquisite agli atti da Ansfisa. Attualmente – conclude la nota – una delegazione dell’Agenzia, composta da funzionari e tecnici esperti, si sta recando sul posto per effettuare ulteriori accertamenti in sito, nell’ambito delle attività di vigilanza e verifica previste dalla normativa».

I precedenti

La storia della funivia del Faito non è nuova a incidenti. Il più grave risale al Ferragosto del 1960 quando, a causa di un errore umano, una delle cabine giunse a valle senza riuscire a frenare la sua corsa, precipitando così sui binari sottostanti della linea ferroviaria Circumvesuviana: anche allora furono quattro i morti, con 31 feriti. Dopo quella tragedia, l’impianto è stato sottoposto a svariati interventi di ammodernamento. E più recentemente è rimasto chiuso per lavori quattro anni, fino all’ultima riapertura, avvenuta nel 2016.

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