Teneva sotto controllo il «proprio» territorio con un sistema semplice
Bastava urlare dei nomi in codice – per esempio «Marittiello» o «zia Maria» – come per chiamare dei parenti o degli amici, e gli affiliati venivano a conoscenza della presenza della forze dell’ordine impegnate a indagare nella loro zona. Teneva sotto controllo il «proprio» territorio con un sistema semplice, il clan Troncone di Fuorigrotta: l tecnica, piuttosto semplice e usata anche in altri rioni di Napoli, è stata documentata dai carabinieri del Nucleo Investigativo che il 15 aprile scorso hanno assestato un duro colpo ai clan Troncone e Frizziero.
Con la scusa di portare un caffé a un artigiano del posto – come, per esempio, è successo la mattina del 23 giugno 2020 – veniva perlustrata la zona e se si ravvisava la presenza delle forze dell’ordine bastava chiamare una fantomatica «zia Maria» per mettere in allarme gli affiliati. Come la famiglia Frizziero, inoltre, anche la famiglia Troncone pagava i funerali per i loro affiliati caduti sotto i colpi dei rivali: è accaduto, come documentato dai militari dell’arma, in occasione dell’uccisione di Gaetano Mercurio, il 6 marzo 2020 vittima di un’agguato di chiaro stampo camorristico. Il decesso sopraggiungerà dopo 36 giorni, in terapia intensiva.
Le intercettazioni documentano l’intervento del boss Vitale Troncone pronto a farsi carico delle spese per le esequie visto che la famiglia della vittima versava in condizioni economiche precarie.