L’uomo posto ai domiciliari
Nuovo sviluppo nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Salerno che ipotizza l’esistenza di un’associazione per delinquere dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, corruzione, falso in atto pubblico e autoriciclaggio. Ai domiciliari, oggi, un dipendente dell’Ispettorato del Lavoro Area Metropolitana di Napoli (Iam), già distaccato presso lo Sportello unico immigrazione della Prefettura partenopea.
Questa mattina, i carabinieri per la Tutela del Lavoro hanno eseguito una delle due ordinanze del Riesame che applicano la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di dipendenti dell’Ispettorato del Lavoro Area Metropolitana di Napoli (Iam), indagati, in concorso con altri, per falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale, Favoreggiamento aggravato dell’immigrazione irregolare e corruzione.
La decisione del Riesame dopo l’appello della Procura
Al Riesame la Procura aveva proposto appello dopo che il gip – il 3 febbraio scorso quando fu eseguita un’ordinanza nei confronti di 36 persone – pur riconoscendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza, aveva rigettato per mancanza di esigenze cautelari la richiesta di applicazione di misura cautelare personale nei confronti di alcuni pubblici ufficiali.
Adesso, il Riesame ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di entrambi i pubblici ufficiali indagati. E il provvedimento è divenuto definitivo, ed è stato eseguito, nei confronti di uno di essi, Nello Di Gennaro, che ha proposto ricorso in Cassazione.
L’indagine della Dda salernitana – viene ricordato in una nota del procuratore Giuseppe Borrelli – ha fatto luce su un’organizzazione criminale in grado di generare un volume di affari illeciti per diversi milioni di euro. In particolare, sarebbero state presentate, in favore di oltre 2.000 cittadini extracomunitari disposti anche a pagare elevate somme di denaro pur di ottenere un valido titolo di soggiorno in Italia, altrettante richieste fittizie di nullaosta al lavoro nell’ambito dei decreti flussi ed emersione. Questo grazie ad aziende compiacenti o create ad hoc e di professionisti e intermediari pubblici e privati.
Ruoli precisi e complicità diffuse
Per chi indaga, c’erano ruoli ben precisi: cittadini stranieri avrebbero assunto la veste di intermediari nei confronti di connazionali desiderosi di giungere o restare in Italia; datori di lavoro compiacenti che, dietro compenso, avrebbero falsamente attestato il possesso dei requisiti previsti per l’inoltro delle domande; vari faccendieri che si sarebbero occupati di reperire e formare la falsa documentazione per il buon esito delle istanze; referenti di Caf e patronati che, dietro compenso, nel corso dei ‘click day’, avrebbero inoltrato telematicamente le richieste di rilascio di nullaosta al lavoro in favore di cittadini extracomunitari.
Inoltre, secondo sempre chi indaga pubblici ufficiali degli Ispettorati territoriali del Lavoro di Salerno e Napoli che, in cambio di denaro, avrebbero garantito l’esito favorevole delle istanze e l’emissione dei falsi titoli d’ingresso o di soggiorno; altre persone che si sarebbero occupate di riciclare i proventi illeciti raccolti dai cittadini stranieri, spesso a fronte dell’emissione di false fatture di copertura.