Nuova ordinanza anche per Vitale e Giuseppe Troncone
Il clan Frizziero pagava i funerali alle famiglie dei loro affiliati uccisi dai clan rivali: emerge dalle indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli, che oggi hanno consentito di infliggere un duro colpo ai clan Troncone e Frizziero di Napoli. Inoltre gli elementi di spicco delle organizzazioni malavitose detenuti, grazie a dei cellulari introdotti in carcere con dei pacchi, impartivono gli ordini ai loro affiliati.
Documentata dagli investigatori anche la necessità da parte di Giuseppe Troncone, figlio del boss di Fuorigrotta Vitale Troncone, di lanciare i suoi moniti: il 6 giugno 2023, dopo avere avuto l’autorizzazione a lasciare i domiciliari per recarsi in udienza, con uno scooter è andato nel rione Lauro di Fuorigrotta per «marcare il territorio». L’obiettivo di quel gesto, secondo i carabinieri e la Dda, era quello di ribadire la propria supremazia nella zona dove erano in corso delle fibrillazioni. Sempre Giuseppe, insieme con altri tre affiliati, si è reso protagonista il 29 giugno dello stesso anno, di una violenta aggressione perpetrata a colpi di sgabello e di caschi, per costringere due persone a rientrare nei ranghi.
I Troncone hanno anche costretto i parcheggiatori abusivi a pagare il «pizzo» e, in occasione dei festeggiamenti per il terzo scudetto del Napoli, hanno tentato, senza riuscirci, a imporre agli ambulanti l’acquisto di 10mila trombette. I Frizziero, invece, sempre secondo quanto emerso dalle indagini, gestivano, tra l’altro gli ormeggi abusivi a Mergellina.
I coinvolti
L’arresto in carcere è stato emesso dal gip di Napoli nei confronti di Vitale, Giuseppe e Luigi Troncone, Giacomo Balestra, Valerio Guerra, Gaetano Stefanino, Marco Campopiano, Antonio De Monte, Emanuele De Pasquale, Alvino, Fausto, Francesco, Mariano e Salvatore Frizziero e Armando Mastroianni. Arresti domiciliari, invece, per Benito Divano, Enzo Romano, Giuseppe Marco Scala e per Simona Milano. Divieto di dimora per Salvatore Moschini e, infine, divieto dell’attività imprenditoriale per un anno nel confronti di Carmela Pizzuti, Dario La Rocca e Luca Iuliano.