Prima o poi, chi pensa solo a prendere da questo sport sarà emarginato
Per chi non lo sapesse i due trofei sono la Cutitta Cup e il Trofeo Garibaldi, conquistati nel corso del VI Nazioni 2024 per aver battuto la Scozia e pareggiato (con rammarico) in Francia con i blues. Nel 2025 i trofei, tornano ai nostri competitori dopo una netta sconfitta in Scozia ed essere stati annichiliti dai francesi all’Olimpico. Vista la proporzione delle sconfitte il cammino è degno di un gambero.
Brucia principalmente la sconfitta di domenica 23 febbraio precedente dove affrontiamo la Francia a viso aperto, facendo esattamente quello che non andava fatto, e veniamo giustamente puniti concedendo loro la più ampia vittoria di sempre in oltre 100 anni, perdendo in casa 73 a 24. La Francia in 112 anni non aveva mai vinto con questo scarto. Questo per comprendere la portata della debacle.
Ovviamente la sconfitta fa parte dello sport e va accettata, ma va, metabolizzata, analizzata e fatta diventare un punto di partenza. La sconfitta non è della squadra ma di un intero movimento che, in 25 anni di VI nazioni, non p riuscito ad evolversi verso il professionismo, ha campionati domestici con scarso appeal, e impianti spesso inesistenti e fatiscenti e sta pian piano scomparendo al sud, dove società locali che fanno tanto per la società civile e per lo sport non sono adeguatamente supportate.
Ho avuto modo di visitare impianti a Salerno, Bari, Catania, Napoli, Benevento, ma anche Frascati nel Lazio con la Tribuna inagibile da anni, dove le locali squadre giocano in scenari degni di un film post apocalittico, il tutto nell’indifferenza avendo endemizzato la situazione. Il sud nel Rugby ha molto da dare, tagliarlo fuori è privarsi di una parte del movimento. La soluzione è rimboccarsi le maniche e ogni parte del movimento porsi la domanda: «Cosa posso dare io al rugby italiano?» piano piano verranno emarginate quelle componenti parassitarie che si pongono la domanda opposta, ovvero di cosa possono prendere dal rugby italiano …atteggiamento.