Maurizio Virente è ritenuto secondo nel clan solo a Roberto Mazzarella
È stata ripresa con il cellulare, l’estorsione da 100mila ai danni del titolare della sala scommesse del quartiere Poggioreale di Napoli, che ha portato all’arresto di sei persone presunti esponenti del clan Mazzarella. Una registrazione eseguita da un presunto affiliato al clan per dimostrare al capo che i suoi ordini erano stati eseguiti. Secondo quanto emerge da una intercettazione l’uomo si è posizionato all’esterno della sala scommesse in maniera tale da poter registrare comodamente le richieste formulate dai suoi due complici alla vittima.
L’inchiesta della Polizia di Stato, coordinata dalla Dda partenopea, ha fornito un’altra conferma circa la presenza della camorra a Pomigliano d’Arco: il referente del clan Mazzarella Maurizio Virente (che era ai domiciliari quando i poliziotti gli hanno notificato l’arresto in carcere) è ritenuto elemento di vertice dei Mazzarella e sarebbe secondo solo all’irreperibile Roberto Mazzarella.
È stato lui infatti ad incaricare un paio di suoi uomini di stanza a Pomigliano d’Arco di effettuare quest’estorsione. Oltre che a Maurizio Virente, le misure cautelari emesse dal gip di Napoli riguardano anche Raffaele Bove, Salvatore Ricciardi, Vincenzo Basso, Felice Ferretti e Maria Febbraio.
Gli indagati comunque, potranno replicare, assistiti dai propri legali, alle accuse mosse dagli inquirenti nei loro confronti e dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati. Tutti, infatti, sono da ritenersi presunti innocenti fino a sentenza definitiva, nel rispetto del principio di non colpevolezza sancito dalla legge.