Tanti punti oscuri nella morte di Giulia ma per la Procura è stata uccisa da un cane

A Firenze un neonato azzannato da un bull terrier: non è in pericolo

Sono tante le incongruenze e gli aspetti ancora non chiari nell’inchiesta sulla morte della piccola Giulia Loffredo, la bimba di nove mesi che – secondo il racconto del padre Vincenzo, indagato a piede libero per omicidio colposo – nella notte tra sabato e domenica, ad Acerra, è stata aggredita dal pitbull di famiglia mentre dormiva sul lettone dei genitori.

Mentre le indagini vanno avanti, a Firenze si registra un altro grave episodio, anche se stavolta la tragedia è stata evitata: un neonato di 15 giorni è stato azzannato in casa, a Firenze, dal cane di famiglia, un esemplare di Staffordshire bull terrier. È ricoverato con prognosi riservata ma secondo i medici non rischia la vita.

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Il piccolo è stato sottoposto ad un intervento neurochirurgico all’ospedale Meyer che, fanno sapere dal nosocomio pediatrico, è perfettamente riuscito: non sono previsti danni neurologici dato che la ferita ha riguardato soltanto la pelle e l’osso del cranio che è stato ricostruito grazie all’operazione. Il cane apparterrebbe ai nonni del piccolo, e tutto sarebbe avvenuto nella loro abitazione. Il padre del piccolo, rimasto scioccato per l’accaduto, avrebbe accusato un mancamento ed è stato portato in codice giallo all’ospedale di Careggi.

Autopsia e incertezze

Per il neonato di Firenze si tira un sospiro di sollievo, mentre ben diversa è stata la sorte della piccola Giulia. Le indiscrezioni sui risultati dell’autopsia parlano di ferite lacero contuse al volto, compatibili con i morsi di un cane, mentre è controverso il particolare della rottura dell’osso del collo, circostanza che stride con quanto avrebbe dichiarato il padre della bambina, Vincenzo Loffredo, che l’ha portata nella clinica Villa dei Fiori di Acerra in una corsa concitata ripresa dalle telecamere della struttura. Qui, come avrebbe confermato la struttura ospedaliera, la bimba è morta. Sempre secondo indiscrezioni, sul collo della piccola l’autopsia avrebbe riscontrato solo contusioni.

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Anche su questo aspetto inquirenti e investigatori tacciono, pur se nell’atto con cui la procura di Nola nomina i propri consulenti tecnici per l’autopsia si sottolinea che la bimba è stata sicuramente uccisa dal cane. Viene infatti evidenziato che Loffredo è indagato per omicidio colposo «perché in qualità di genitore avente in custodia la figlia minore Giulia, ometteva la vigilanza e custodia del cane pitbull in suo possesso, il quale aggrediva la minore provocandole lesioni personali che determinavano la morte». Il cane, però non presenterebbe macchie di sangue sul muso ed è per questo che si attendono le analisi sulle feci di Tyson e dell’altro cane della famiglia alla ricerca di tracce organiche della bambina.

Il giallo della casa

Il sangue che avrebbe sporcato la stanza da letto, inoltre, ora è scomparso: lo avrebbero pulito – ennesima anomalia – alcuni familiari della bambina. Al riguardo l’avvocato Luigi Montano, legale di Vincenzo Loffredo, presenterà istanza per un ulteriore interrogatorio del 24enne «per chiarire la sua estraneità alla pulizia dell’appartamento». La scoperta dell’inquinamento della scena teatro dell’aggressione è stata fatta mercoledì mattina. I familiari di Loffredo, che potrebbero essere i ‘responsabili’ della pulizia, avrebbero riferito che quando sono entrati nell’appartamento non c’erano i sigilli.

Nei video della clinica la corsa del papà

Le immagini delle telecamere di videosorveglianza della clinica Villa dei Fiori di Acerra (Napoli) hanno catturato gli attimi concitati dell’arrivo di Vincenzo Loffredo con in braccio la piccola Giulia. Secondo quanto si apprende, anche queste immagini sono al vaglio degli inquirenti, così come quelle delle telecamere di videosorveglianza del Comune e di privati posizionate nel quartiere Ice Snei, dove la piccola viveva insieme ai genitori. Queste ultime registrazioni servirebbero per capire se Loffredo abbia lasciato la piccola da sola nell’appartamento con i suoi due cani, il pitbull e la meticcia. Nelle immagini immortalate dalle telecamere dell’ospedale, però, si vedrebbe solo la corsa del papà, che stringeva il fagottino tra le braccia, verso il pronto soccorso, dove la bimba è stata accettata in codice «rosso-molto critico».

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