Piazza Mercato, il cuore dimenticato di Napoli: il Comune si limita a eventi spot

Rispoli: «Pessime scelte sulla riqualificazione. Tante attività chiuse»

«Rinascita»: così è stato titolato il flash mob tenutosi a Napoli, in piazza Mercato, su iniziativa del circolo Fratelli d’Italia Franco Pontone. Obiettivo? Puntare i riflettori sullo stato di abbandono di questa parte di territorio, che da sempre vive sopraffatta dall’incuria, dal degrado, ma soprattutto dal totale disinteresse delle istituzioni cittadine, quasi a parer di volerne disconoscere la podestà amministrativa.

Ad alzare la voce una cinquantina di attivisti, che hanno chiesto di mettere mano, una volta per tutte, a un vero progetto di riqualificazione. Tra i promotori dell’iniziativa Luigi Rispoli, componente della Direzione Nazionale di Fratelli d’Italia e nome storico della destra campana. Attuale vicepresidente del coordinamento napoletano del partito di Giorgia Meloni, è da anni portabandiera di battaglie contro il malaffare politico e il lassismo delle istituzioni verso le periferie. È stato lo stesso Rispoli a rilasciare alcune considerazioni in merito all’annosa questione sulla mancata rinascita di piazza Mercato

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Un’area in abbandono e il declino del commercio

«Al flash mob eravamo una cinquantina di attivisti, ma grazie alla stampa e ai social siamo riusciti a raggiungere un numero importante di persone che sono venute a conoscenza di una situazione giunta al paradosso; piazza Mercato – afferma Rispoli a ilSud24.it – è abbandonata a sé stessa, una landa desolata dove il commercio che un tempo animava quest’area, da anni è scomparso; intorno solo saracinesche abbassate».

Sono decenni, infatti, che tra piazza Mercato e piazza del Carmine è in corso un’emorragia di chiusure commerciali. Quella che un tempo era la zona del mercato, conosciuta soprattutto per il commercio di stoffe, tendaggi e biancheria all’ingrosso, è oggi l’emblema della disfatta. Con l’apertura del CIS di Nola, che ha assorbito la maggior parte degli operatori, l’intera zona è andata via via perdendo la propria identità. A mancare oggi è qualsiasi forma di imprenditoria: «Ci troviamo – spiega – in pieno Centro Storico eppure, a differenza dell’altra parte di città, non riescono a decollare neanche le attività connesse al turismo. È un controsenso se consideriamo il valore storico di quest’area, che ha fatto da sfondo ad eventi come la rivolta di Masaniello e i moti della Repubblica Napoletana del 1799».

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Le proposte per una vera riqualificazione

È lo stesso dirigente ad esprimersi sulle grandi potenzialità di questi territori: centro d’interesse sono non soltanto la basilica di Santa Maria del Carmine, ma anche il complesso trecentesco di Sant’Eligio, raro esempio di architettura gotica.

«Purtroppo i recenti lavori di riqualificazione della piazza, finanziati con i fondi del Grande Progetto Unesco, si sono dimostrati l’ennesima occasione perduta. Lo sviluppo non può limitarsi a qualche sporadico evento finanziato dall’amministrazione comunale e gestito in maniera poco trasparente dai “soliti noti”. Nell’ultimo mercatino natalizio, ad esempio, in occasione dell’Epifania, la gestione dell’evento è stata a dir poco nebulosa; mentre l’amministrazione si è fatta carico dei costi di realizzo della fiera, l’assegnazione degli spazi è stata invece gestita direttamente dalle associazioni, una cosa scandalosa. Per non parlare – continua il coordinatore – delle pessime scelte architettoniche praticate durante i lavori di recupero, come la pietra etnea e l’arredo urbano carente».

Alla richiesta di quali iniziative sarebbe opportuno intraprendere, FdI ha le idee chiare: «Bisogna intervenire prima di tutto sulla leva fiscale; è opportuno che i proprietari siano messi in condizione di abbassare le pretese sui canoni di locazione, solo così sarà possibile sperare nell’apertura di nuove attività. In questo modo la zona potrebbe assorbire parte della movida che attualmente gravita tra Centro Storico e Quartieri Spagnoli». La zona è, tra l’altro, ben servita dal trasporto pubblico; se si riuscisse ad intervenire prima di tutto sulla sicurezza e poi sulle iniziative, si porrebbero le basi per una vera e concreta rinascita.

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