Neonata morta nella culla, genitori alla sbarra: iniziato il processo

Aurora fu trovata morta nella culla con ustioni ed ecchimosi

Prima udienza alla Corte d’Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) del processo per l’omicidio della piccola Aurora Savino, per il quale sono imputati i genitori, Emanuele Savino, di 28 anni, e Anna Gammella, di 21. Il drammatico episodio avvenne a Santa Maria a Vico (Caserta) il 2 settembre 2023, quando la neonata aveva appena 45 giorni.

Aurora fu trovata morta nella culla con ustioni ed ecchimosi sull’addome, le gambe e i piedi; i genitori riferirono ai carabinieri che la bambina si era scottata durante un bagnetto la sera prima a causa di un getto di acqua bollente uscito per errore dal rubinetto, ma l’esame autoptico effettuato sul corpo della piccina e le immediate indagini dei carabinieri, che visionarono i messaggi scambiatisi dalla coppia in chat, diedero forza ai sospetti iniziali e portarono all’arresto dei due genitori nel novembre dello stesso anno per omicidio aggravato.

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Le risultanze investigative

Emerse un quadro agghiacciante, con la giovane coppia, che già aveva altri due figli – dopo il delitto i bimbi furono subito affidati ad una comunità – ritenuta dagli inquirenti (sostituto Stefania Pontillo della Procura di Santa Maria Capua Vetere) direttamente responsabile della morte della neonata, che sarebbe stata colpita violentemente dal padre, che le provocò una doppia frattura al cranio e al viso e un grosso e visibile ematoma; condotte violente unite alle ustioni provocate alla piccola dall’acqua bollente.

Procura e carabinieri accertarono anche che la coppia non avrebbe mai sottoposto la piccola, nei 45 giorni di vita, a visite mediche, ricorrendo a cure fai da te; addirittura sembra che usassero lo strutto come pomata per guarire le ferite provocate alla neonata.

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La prima udienza

Alla prima udienza in Corte d’Assise, hanno avanzato richiesta di costituzione di parte civile sia la tutrice dei due fratellini di Aurora, assistita dall’avvocato Maria Rosaria Genovesi, che l’associazione Cam Telefono Azzurro, rappresentata dal legale Clara Niola, ma i difensori dei due imputati si sono opposti lamentando la scadenza del termine per chiedere la costituzione di parte civile, perché, a loro parere, tale richiesta doveva essere avanzata nell’udienza camerale in cui il giudice per le indagini preliminari, alcuni mesi fa, aveva dichiarato inammissibile l’istanza per accedere al rito abbreviato presentata dagli imputati.

Ma prima il sostituto Stefania Pontillo e poi la difesa di Cam Telefono Azzurro si sono opposti sostenendo che quella udienza era solo per decidere sull’accesso o meno al rito alternativo, e non era un’udienza preliminare, per cui non sarebbe in alcun modo spirato il termine per chiedere costituzione di parte civile.

Quest’ultima, secondo il codice di procedura penale, può avvenire nell’udienza preliminare, o nel caso in cui tale udienza non vi sia, come in questo caso, alla prima udienza del processo, prima che il giudice dia inizio al dibattimento. In ogni caso il collegio di Corte d’Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere deciderà su richieste ed eccezioni delle parti nell’udienza prevista il prossimo 25 febbraio.

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