Braccialetto elettronico per l’ex boss Felice Maniero: avrebbe picchiato la sorella

Per ‘Faccia d’Angelo’ emesso un divieto di avvicinamento

È un conto che pare sempre aperto quello di Felice Maniero con la giustizia. Non sono più gli anni delle rapine sanguinose e degli omicidi nel Nordest, ma altri fatti di cronaca a riportare ‘Faccia d’Angelo’ sulle prime pagine. L’ultima è una denuncia per maltrattamenti e lesioni che gli è piovuta addosso dopo aver picchiato la sorella, durante un violento litigio. Un fatto che sarebbe avvenuto nei mesi scorsi, in casa della donna, ma anche in strada, portando alcuni vicini di casa a chiedere l’intervento dei Carabinieri.

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Per Maniero i giudici hanno così emesso un divieto di avvicinamento alla familiare, imponendogli inoltre l’apposizione del braccialetto elettronico, per monitorarne gli spostamenti. Per ‘Felicetto’ è già arrivato il relativo decreto di giudizio, con la fissazione dell’udienza in Tribunale, il prossimo aprile. Nel frattempo, fa sapere l’avvocato difensore di Maniero, Orlando Iorio, c’è stata la remissione della querela da parte della vittima; per il legale, insomma, una vicenda che «pare destinata a rientrare».

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Non sarà però l’unico appuntamento con i Tribunali nell’agenda delle prossime settimane per Maniero: l’ex capo della Mala del Brenta è atteso infatti lunedì prossimo davanti al Tribunale di Brescia, per un’accusa che si trascina dal 2016: Faccia d’Angelo avrebbe colpito un poliziotto, in abiti borghesi, durante un lite stradale. Sarà l’ultima volta nella quale Felice Maniero sarà chiamato a rispondere con il suo vecchio nome di copertura, Luca Mori.

Da pochi giorni infatti, spiega sempre l’avvocato Iorio, il 70enne di Campolongo Maggiore (Venezia) ha ottenuto una nuova identità, grazie alla quale spera di tornare nell’ombra. Quel suo primo alias, concessogli perché sottoposto al programma di protezione, era diventato di pubblico dominio, riportato sui giornali e nelle trasmissioni crime delle tv. La procedura per avere un nuovo nome e cognome non è stata breve e si è conclusa da poco.

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I precedenti

Quanto ai maltrattamenti alla sorella, non è la prima volta che la violenza contro le donne costa caro a ‘Felicetto’. Maniero aveva finito un anno e mezzo fa di scontare 4 anni di carcere per le violenze nei confronti di Marta Bisello, compagna degli ultimi 30 anni della sua vita. Nulla si sa dei motivi che avrebbero portato Maniero ad accanirsi con la sorella, aggredendola con schiaffi e pugni.

Si ricorda invece quanto forte fosse stato il contrasto di Maniero con l’ex cognato, l’odontotecnico Riccardo di Cicco, ex marito della donna, che aveva trascinato in Tribunale accusandolo di aver ‘svuotato’ parte del patrimonio che gli aveva affidato (Maniero sosteneva fossero 33 miliardi vecchie lire) riciclandolo in Svizzera. Una battaglia che però si svolse quando Di Cicco e la sorella di Maniero, erano già separati da tempo.

Quello che più tormenta Maniero, tuttavia, da quando nel 1994 decise di vuotare il sacco con i magistrati, favorendo lo smantellamento della vecchia banda, sono le minacce di vendetta dei suoi ex complici. Molti dei quali sono ormai usciti dalle prigioni, dopo il maxi processo alla Mala del Brenta. Felicetto sa che più di uno sarebbe pronto a fargli la pelle e per questo c’era l’urgenza per lui di ottenere una nuova identità.

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