Movida a piazza Bellini, dopo la sentenza è scontro: il Comune annuncia il ricorso

Il giudice aveva stabilito un risarcimento di 230mila euro totali per i residenti

Il Comune di Napoli farà ricorso contro la sentenza che prevede il risarcimento danni di 230mila euro complessivi per i 7 residenti di piazza Bellini, patrocinati dall’avvocato e consigliere comunale Gennaro Esposito, a causa del frastuono e del disturbo della quiete pubblica.

Ieri il giudice Annamaria Pezzullo ha stabilito che il risarcimento dei cittadini coinvolti dovrebbe ammontare a 12 euro al giorno, a partire dal 18 giugno 2017, data in cui «l’ASL Napoli 1 – è scritto nella sentenza – ha accertato un inquinamento acustico superiore ai limiti consentiti». Quindi, ogni ricorrente, secondo il Tribunale di Napoli, ha diritto a 33mila euro. Uno dei 7 però è deceduto durante la causa, quindi i 33mila euro che spettavano a lui saranno ripartiti tra i tre eredi.

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I rilievi fotometrici eseguiti dal consulente esperto nei pressi degli appartamenti delle persone interessate, così come riporta la sentenza, sono stati altrettanto decisivi poiché hanno rilevato un superamento della soglia del rumore consentito di 3 decibel. Frastuono che proviene dal vociare degli attori della movida, dal rumore delle percussioni e dal flusso di persone che aumenta di notte.

I testimoni hanno confermato e Gennaro Esposito ha espresso la sua vicinanza ai cittadini, piuttosto che alla politica. «Il malessere e la sofferenza – ha dichiarato Esposito – di tanti cittadini del centro storico hanno trovato troppo spesso insensibile la politica, che si è dimostrata molto più attenta agli interessi degli operatori economici che ai diritti dei cittadini». Questi ultimi però, gestori dei locali, hanno altrettanti problemi con la malamovida che si consuma in piazza Bellini senza controllo. Meno di un mese fa un giovane esercente è stato accoltellato per non aver consentito a un passante l’uso del bagno in orario di chiusura. Altri hanno lamentato dinamiche di complessa gestione e poca sicurezza nell’area.

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La posizione di Palazzo San Giacomo

Il Comune di Napoli però risponde ed è pronto a contestare la sentenza. «Dal 2023 – si legge nel comunicato stampa diffuso dall’amministrazione – il Comune di Napoli ha messo in campo una serie di azioni a tutela della vivibilità cittadina, in primo luogo attraverso il nuovo Regolamento di Polizia e Sicurezza urbana che già prevede il divieto degli strumenti di amplificazione, comunque alimentati, e l’utilizzo di strumenti di percussione sia all’esterno dei locali che per strada fatta eccezione per le attività autorizzate per eventi.

Inoltre l’Amministrazione ha come obiettivo l’aggiornamento della disciplina del Piano di zonizzazione acustica comunale e – per il tramite dell’ufficio Tutela dell’Ambiente, della Salute e del Paesaggio – sta approntando una normativa dedicata alla «movida», in linea con le grandi città a livello nazionale».

Nel nuovo Regolamento, secondo quanto riportato dal Comune, è stata introdotta la sanzione di «abuso del titolo» anche nei casi di violazione della legge quadro sull’inquinamento acustico ex L. 447/1995, grazie alla quale i locali non autorizzati ad emettere musica o in violazione dell’autorizzazione rilasciata, sono sanzionati non solo con una multa ma in caso di recidiva con una sospensione fino alla chiusura dell’attività.

«Numerosi in tal senso – prosegue il comunicato stampa diffuso da Palazzo San Giacomo – sono stati gli interventi della Polizia Municipale. L’Amministrazione comunque continuerà, dunque, a presidiare le zone maggiormente interessate per garantire il rispetto delle norme vigenti e l’applicazione di sanzioni più severe avverso gli esercenti ove necessario».

Contemperare il diritto alla socialità con il diritto al riposo

Inoltre, è bene ricordare che dalla scorsa settimana è intrata in vigore la norma che impone le zone rosse in cui è previsto il daspo urbano per chiunque abbia precedenti penali. Per cui sono aumentate le volanti in alcune zone del centro città. È però impossibile che si crei un passaggio di persone e turisti nelle aree centrali, per cui è veramente difficile riuscire a garantire la massima serenità ai residenti e al contempo divertimento per i ragazzi e sicurezza e diritto al lavoro per gli esercenti.

«Tutte le piazze storiche della città – conclude l’amministrazione tramite il comunicato – sono per vocazione un luogo di aggregazione, il rumore è generato dagli avventori e bisogna contemperare, pertanto, il diritto alla socialità con il diritto al riposo dei residenti. Pertanto l’Amministrazione Comunale sta mettendo in campo tutte le azioni amministrative possibili per limitare il disturbo della quiete pubblica e sta valutando la presentazione del ricorso avverso la sentenza eccependo le argomentazioni del Giudice nella motivazione del dispositivo. Infine, il sindaco Gaetano Manfredi porterà il tema a livello nazionale promuovendo un confronto con altre città italiane che presentano situazioni analoghe».

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