Potrebbe risalire nel periodo compreso tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento
La Chiesa di Santa Luciella ai Librai di Napoli, già celebre per il misterioso «teschio con le orecchie», custodito nella suggestiva cripta, ha rivelato un nuovo segreto: un affresco nascosto per secoli dietro uno spesso strato di intonaco bianco. La scoperta, come spesso accade, è nata quasi per caso.
Massimo Faella, presidente dell’associazione Respiriamo Arte, che dal 2019 gestisce la chiesa, racconta, in un articolo di Paolo Barbuto per «il Mattino», con entusiasmo quel momento inatteso: «Su una parete della terra santa abbiamo notato un giorno che l’intonaco si era scrostato, ed era venuta fuori una piccola macchia di colore scuro – racconta sorridendo – chiunque altro non avrebbe fatto caso a quella striscia nera. Invece noi ci siamo intestarditi». Un’intuizione, la loro, che ha cambiato tutto.
Da quella «banale» intuizione è emersa una scena sorprendente: una croce ornata da una corona di spine, una parte di lancia, simboli inequivocabili della Passione di Cristo.
Il lavoro degli esperti
Per portare alla luce quei dettagli, è stato necessario il lavoro delicatissimo di un restauratore che, con cura millimetrica, ha sondato i contorni dell’opera nascosta. Gli esperti, sebbene la pittura non sia ancora stata interamente recuperata, ipotizzano che l’affresco risalga a un periodo compreso tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento.
Questo lo collocherebbe in un momento cruciale per Napoli, quando la città era un centro nevralgico di arte e spiritualità. Tuttavia, il lavoro è ancora in una fase embrionale: l’intera superficie della pittura deve essere riportata alla luce per ottenere ulteriori dettagli utili alla datazione e alla comprensione del contesto.
Secondo i primi studi, potrebbe trattarsi di una porzione di un ciclo pittorico più ampio che decorava le pareti dell’intera terra santa. Le rappresentazioni, probabilmente legate al tema della morte e della redenzione delle anime, riflettono la funzione originaria dello spazio ipogeo, dedicato alla sepoltura e alla meditazione spirituale.
La storia della Chiesa di Santa Luciella
La scoperta si inserisce in una vicenda di riscatto culturale che ha riportato la Chiesa di Santa Luciella a nuova vita. Rimasta nell’ombra per oltre quarant’anni, la chiesa versava in uno stato di grave abbandono fino alla sua riscoperta nel 2010. A quel punto, l’associazione Respiriamo Arte, fondata da Massimo Faella, Angela Rogliani e Simona Trudi, ha intrapreso un percorso ambizioso e coraggioso: ridare dignità a un meraviglioso luogo da tempo dimenticato.
Dopo anni di sforzi e grazie a donazioni, iniziative spontanee e la collaborazione della comunità locale, la chiesa ha finalmente riaperto le sue porte, nel 2019, divenendo una delle più apprezzate dai visitatori, curiosi e incantati dalla sua unicità e dalla sua storia. La struttura, un tempo dimenticata, è oggi un punto di riferimento per chi desidera scoprire la Napoli più autentica e ricca di mistero.
La sfida
Eppure, nonostante il crescente interesse, il recupero completo della chiesa e delle sue opere rimane una sfida economica. «Ma noi confidiamo nel cuore di questa città – non si scoraggia il presidente Faella – lungo il nostro percorso ci siamo imbattuti in tantissime persone che hanno avuto fiducia in noi e non hanno esitato a sostenere questo nostro sogno. Ecco perché lanciamo un nuovo appello affinché qualcuno ci aiuti a riportare alla luce anche quest’altra meraviglia: sappiamo che questa città non si volta dall’altra parte quando c’è da sostenere un impegno di cultura e di passione».
L’associazione sta valutando la possibilità di effettuare ulteriori saggi nelle altre porzioni della terra santa, per capire se esistano altri affreschi ancora nascosti. Questa prospettiva, se confermata, potrebbe svelare un ciclo decorativo complesso e inedito, ma comporterebbe anche costi e tempi di lavoro significativi. Per il momento, però, l’attenzione è concentrata sul recupero dell’affresco già individuato: un’impresa che richiede grande cura e precisione, oltre che un coordinamento con la Soprintendenza e la ricerca di un sostegno economico, perché la cifra da investire potrebbe essere notevole.
La storia di Santa Luciella è il simbolo di una Napoli che non si arrende, capace di trasformare l’abbandono in rinascita. Il ritrovamento dell’affresco, avvenuto in una terra ricca di stratificazioni storiche e artistiche, rappresenta un gran messaggio di speranza. Ogni dettaglio riaffiorato da quella parete è una testimonianza di come la bellezza possa sopravvivere al tempo e all’incuria, aspettando pazientemente di essere riscoperta.
E il lavoro instancabile di Respiriamo Arte ci ricorda che, con passione e dedizione, anche i sogni più ambiziosi possono diventare realtà. In fondo, come la città di Napoli ha sempre dimostrato, i suoi tesori non smettono mai di emergere: sono lì, sotto la superficie, pronti a sorprenderci e a ricordarci il valore della memoria e della cultura.