Ex vigilessa uccisa, negati i domiciliari al 63enne che ha premuto il grilletto

di Antonella Di Martino

Secondo il racconto dell’ex comandante il proiettile sarebbe partito per sbaglio

Rimane in carcere e si avvia verso il processo Giampiero Gualandi, 62enne ex comandante della polizia locale di Anzola Emilia in provincia di Bologna accusato dell’omicidio della collega Sofia Stefani, 33enne con cui aveva avuto una relazione. Il tribunale del Riesame di Bologna ha infatti annullato il provvedimento con cui di recente il Gip aveva concesso i domiciliari all’indagato, rilevando che l’attenuazione della misura era stata disposta senza osservare la norma che stabilisce l’obbligo di preventiva comunicazione alla persona offesa.

Peraltro Gualandi non era ancora stato scarcerato, per mancanza di disponibilità del braccialetto elettronico. Nel frattempo, concluse le indagini, la Procura di Bologna (Procuratore aggiunto Lucia Russo e pm Stefano Dambruoso) ha trasmesso gli atti al Gip con la richiesta di giudizio immediato. Sofia Stefani è stata uccisa il 16 maggio negli uffici del comando della Polizia locale di Anzola, con un colpo partito dalla pistola di ordinanza di Gualandi. L’ex comandante, assistito dall’avvocato Claudio Benenati, si è sin qui difeso dicendo che è stato un incidente, un colpo della pistola di ordinanza partito per sbaglio durante una colluttazione. La Procura è convinta, anche al termine delle indagini (con consulenze balistiche, informatiche e medico legali), che si tratti invece di omicidio volontario.

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I familiari: «Decisione giusta»

«Il provvedimento adottato dal Tribunale distrettuale della Libertà di Bologna che annulla la decisione del Gip di disporre la misura degli arresti domiciliari al posto della custodia cautelare in carcere ritengo sia giusto, essendo stato adottata la decisione del gip in violazione dell’articolo 299 c.p.p. Questa norma prevede che al difensore dei familiari della vittima Sofia Stefani fosse dovuta una notifica da parte della difesa dell’indagato e, dopo essa, il sottoscritto avrebbe avuto due giorni per presentare memorie difensive, finalizzate ad esporre al Gip argomenti di contrasto alla richiesta. Questo diritto non è stato garantito».

Lo dice l’avvocato Andrea Speranzoni, difensore dei familiari di Sofia Stefani, vigilessa 33enne in ipotesi di accusa assassinata dall’ex collega Giampiero Gualandi. «Se la richiesta verrà, come credo, nuovamente riproposta, svolgeremo i nostri argomenti di contrasto davanti al Giudice competente a decidere sulla misura cautelare. Su questo terreno ci faremo trovare pronti», aggiunge il legale.

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