Docente aggredita a Castellammare, ancora tensione: il rientro con i carabinieri

Pochi i bambini in aula mentre continuano le accuse. La dirigente: «Facciamo fare il suo corso alla giustizia»

Rientro blindato, oggi a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, per gli alunni del plesso «Catello Salvati» dell’istituto scolastico comprensivo «2 Panzini» dove giovedì scorso un gruppo di genitori e parenti hanno aggredito una docente. I bambini, pochi, sono entrati a scuola alla presenza dei carabinieri, accompagnati dai genitori i quali, per tutelarli, hanno fatto in modo che non venissero ripresi dai numerosi giornalisti, fotografi e video-operatori presenti.

All’esterno del plesso, sui cancelli, sono stai sistemati due striscioni: «Si ai docenti, no alla direzione» e «tutela per i nostri figli, solidarietà alle mamme». Sull’episodio di violenza che ha visto vittima una insegnante 37enne il ministro Valditara ha disposto una ispezione.

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Tra accuse e presunte rappresaglie

Un gruppo di mamme ha ribadito le accuse nei confronti della docente di sostegno destinataria della missione punitiva sostenendo di aver visto e sentito audio e chat e riferiscono dei presunti dialoghi rivolti dalla professoressa ad alcuni ragazzi. «Ci hanno chiamato camorriste, hanno detto che siamo bestie ma la verità è totalmente diversa», tengono a precisare.

Ci sono bambini che hanno visto quanto accaduto in televisione e, spaventati, raccontano alcune donne, non volevano venire a scuola. Una mamma ha detto al figlio che i carabinieri erano lì perché c’era stato un crollo nella palestra.

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«Facciamo fare il suo corso alla giustizia» ha affermato la docente responsabile del plesso, Teresa Esposito, rivolta alle mamme che hanno urlato al suo arrivo «Noi non siamo camorriste». La vicenda ha risvolti ancora poco chiari.

Alcune mamme parlano di chat che la donna avrebbe scambiato con alcuni ragazzi ma c’è anche chi riferisce di una possibile «rappresaglia» dopo una nota nei confronti di un alunno sorpreso a fumare nei bagni. «Non dobbiamo giustificarci perché non siamo colpevoli di nulla», ha aggiunto la responsabile che afferma di non aver saputo nulla della denuncia e dei suoi contenuti fino a giovedì scorso quando si sono verificati i disordini.

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