Il tribunale del Riesame di Roma ferma depuratore IAS di Priolo Gargallo: a rischio 5.000 lavoratori

Convocate a Roma per il 21 novembre forze produttive, sindacali ed enti locali sul futuro dell’area industriale

Il Tribunale del Riesame di Roma ha bloccato l’attività del depuratore IAS di Priolo Gargallo (Siracusa) nel quale conferiscono i reflui industriali delle grandi aziende del polo petrolchimico. Il giudice senza entrare nel merito della questione e si è soffermato soltanto sulla competenza territoriale demandando gli atti alla Consulta. Il che ha determinato il blocco dell’intera zona industriale di Priolo costretta a fermarsi dal momento che nessuna azienda potrà conferire i propri reflui industriali. Con ciò, mettendo a serissimo rischio quasi 5.000 lavoratori.

In quel depuratore conferiscono i reflui grandi imprese, tra cui l’Isab, Versalis, Sonatrach e Sasol. Si tratta, quindi, di un danno enorme per l’economia siciliana fatto con un semplice tratto di penna che forse ha lo scopo di danneggiare il governo, mettendo a rischio l’area di Priolo Gargallo e migliaia di lavoratori. Il depuratore di Priolo era stato posto sotto sequestro giudiziario per superamento di alcuni limiti da un provvedimento del gip del Tribunale di Siracusa.

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L’esecutivo e il ministro Adolfo Urso avevano emanato il decreto 187 del 2022 con il quale, per impedire l’interruzione dell’attività produttiva, stabilivano un percorso di 36 mesi per riportare i parametri del depuratore entro i limiti previsti dichiarando l’area e alcune aziende di interesse strategico nazionale, consentendo la prosecuzione al conferimento dei reflui. Da allora vi è stata una progressiva riduzione dei valori delle emissioni.

Il rifiuto

Il gip di Siracusa ha rifiutato di applicare il decreto e ha recentemente disposto il divieto al conferimento dei reflui. La risposta dell’l’Avvocatura dello Stato è arrivata immediata. Con un appello al Tribunale del Riesame di Roma, al quale il suddetto decreto-legge aveva attribuito la competenza per l’appello sui sequestri riguardanti aziende di interesse strategico nazionale.

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Il Tribunale, anziché entrare nel merito, ha rimesso alla Corte costituzionale la questione della competenza territoriale, senza sospendere l’efficacia del provvedimento del gip di Siracusa. La pronuncia della Corte costituzionale potrebbe non arrivare prima di sei mesi e nel frattempo nella zona industriale potrebbe aprirsi una crisi irreversibile.

Urso: «Si compromettono le operazioni di aziende di primaria importanza»

«Ancora una volta la decisione di un Tribunale rischia di vanificare l’azione di governo a tutela dell’interesse generale. Stavolta ad essere colpito è proprio il diritto al lavoro di migliaia di persone in una zona strategica della Sicilia. Per colpire il governo colpiscono il Paese» ha dichiarato il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso.

«Con lo stop al depuratore – continua Urso – si compromettono le operazioni di aziende di primaria importanza come Isab, Versalis, Sonatrach e Sasol, con un impatto devastante per il tessuto economico e sociale della zona. Un duro colpo per il territorio, che rischia di perdere più di 4.500 posti di lavoro, tra dipendenti diretti e indotto, oltre a subire un danno irreversibile alla propria economia. Così pregiudicando anche gli investimenti programmati per la riconversione green delle attività produttive».

«Ho informato subito il Presidente della Regione Sicilia con il quale abbiamo condiviso un’azione comune – ha concluso Urso -. Questa mattina farò una informativa in merito al Consiglio dei ministri e subito dopo convocherò un tavolo con tutte le forze produttive e sindacali del territorio e gli enti locali. Chiederò inoltre agli organi competenti aggiornamenti sui dati emissivi del depuratore, cosicché se, come ritengo, la situazione ambientale sta progressivamente migliorando, si possa proporre, nelle forme e nei modi opportuni, alla luce delle sopravvenienze, un nuovo pronunciamento del GIP».

Il tavolo a Roma

Urso, d’intesa con il ministero dell’Ambiente e con la Regione Siciliana, ha convocato a Roma per il 21 novembre un tavolo con tutte le forze produttive e sindacali del territorio e gli enti locali sul futuro dell’area industriale di Priolo Gargallo.

Il Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha immediatamente dichiarato di condividere la posizione e le preoccupazioni del Ministro Urso e ha assicurato che la Regione Siciliana farà tutto ciò che è nelle proprie competenze per tutelare i lavoratori, le loro famiglie e il tessuto produttivo del territorio. Ci si augura che il Gip valuti il miglioramento delle emissioni e consenta il proseguimento delle attività evitando di assumere la posizione di chi per evitare un danno ne fa uno dieci volte più grande.

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