Il governatore: «Vorrebbero decidere a Roma il destino della Campania
Il futuro della Campania si decide a Napoli e non a Roma. Vincenzo De Luca non fa passi indietro e rilancia la sua candidatura per la guida della Regione, chiamata alle urne il prossimo anno. Forte del via libera del consiglio regionale campano alla possibilità di correre per la terza volta, De Luca, ospite della festa dell’Avanti a Pomigliano manda un messaggio a quanti, Elly Schlein in testa, hanno detto di no alla sua ricandidatura: «Ci sono esponenti politici nazionali che non sanno neanche come si arriva a Napoli, avete mai sentito qualcuno parlare dei nostri problemi e dei nostri figli? Parlano della nostra regione senza conoscere il nostro territorio».
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Il governatore campano che può contare tra i suoi sostenitori il Psi ed il leader di Italia Viva Matteo Renzi, non sembra preoccupato dal fatto che il resto della coalizione si sfili negandogli il sostegno.
Fratoianni boccia De Luca
Dopo il no della segreteria del Pd, a chiedere un cambiamento è anche Nicola Fratoianni che in un’intervista al Mattino boccia l’operato del governatore. Il giudizio, dice l’esponente di Avs «non è positivo, d’altronde siamo sempre stati all’opposizione e ne abbiamo anche pagato un prezzo politico. È arrivato il tempo di presentare una proposta per governare la Campania che sia in grado di unire la coalizione, e noi lavoreremo per questo con gli alleati. A partire dall’autonomia differenziata, una legge voluta dalla destra che rappresenta un disastro per la Campania e per il Mezzogiorno».
Il governatore: «Vorrebbero decidere a Roma il destino della Campania»
Dura la risposta del governatore: «Non esiste più una coalizione di centrosinistra – dice – siamo messi peggio del 2022 e vorrebbero decidere a Roma il destino della Campania». Per De Luca poi «i gruppi dirigenti a Roma hanno una sola preoccupazione, cioè come candidarsi alle elezioni successive e proteggersi la poltrona».
Non solo, il presidente della Regione prende come esempio la vittoria di Donald Trump in America per rincarare la dose: «Trump ha vinto, sembrava dovesse essere travolto da un’immagine nuova, ma ha stravinto, e c’è una lezione che vale anche per l’Italia, che noi abbiamo adottato da sempre e che ricordiamo anche alla sinistra italiana: decidono i quartieri, non i salotti».