Il minorenne aveva lavorato per un breve periodo nella stessa ditta della vittima
Un ragazzo non ancora diciottenne è stato fermato ieri a Foligno dalla polizia per l’omicidio del capomastro di una ditta edile, Salvatore Postiglione, napoletano di 56 anni, ucciso con diverse coltellate all’alba di giovedì scorso in un parcheggio della zona industriale della città. Il minorenne, residente nella stessa cittadina umbra e al quale viene contestata anche la premeditazione, aveva lavorato per un breve periodo nella stessa ditta della vittima, fino allo scorso ottobre, ma sul movente sono ancora in corso accertamenti. «È comunque legato – spiegano gli investigatori – all’ambiente lavorativo».
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La polizia di Stato di Perugia, sulla scorta degli approfondimenti investigativi svolti su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni dell’Umbria, ha riferito di aver «raccolto gravi indizi di reità a carico del minorenne». Nei confronti del ragazzo il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto per i reati di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e porto e detenzione ingiustificato di oggetti atti ad offendere.
L’indagato appostato nei pressi del luogo dell’omicidio
Il delitto è avvenuto poco dopo le ore 6.00 in via Louviere, luogo che costituisce l’abituale ritrovo degli operai della ditta prima di raggiungere i cantieri edili di Perugia e Nocera Umbra. Grazie alla visione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza, si sarebbe accertato che il presunto omicida – che aveva il volto coperto – si sarebbe appostato nei pressi del luogo dove è avvenuta l’aggressione alla vittima per poi, al suo arrivo, compiere «l’efferato delitto», sottolinea la questura.
Successivamente, sempre grazie alle immagini delle videocamere di sorveglianza, è stato ricostruito il suo tragitto di fuga su un monopattino, fino al centro storico folignate, a circa due chilometri dal luogo del delitto, dove ha fatto perdere le proprie tracce. La perquisizione eseguita nella serata del 9 novembre nell’abitazione del minorenne aveva permesso di trovare e sequestrare gli abiti presumibilmente indossati in occasione dell’omicidio, scarpe intrise di sangue e il monopattino impiegato – secondo gli investigatori – per recarsi sul luogo del delitto e per fare successivamente rientro nella propria abitazione.