Nell’indagine coinvolto anche il boss Nicola Rullo
Oltre alle due mazze da baseball, sarebbero stati usati anche un sanpietrino e un martello per picchiare padre e figlio, che hanno, rispettivamente 52 e 26 anni. Emerge dalle indagini della Polizia di Stato che coinvolgono, tra gli altri, anche Nicola Rullo, ritenuto a capo del clan Contini. Qualche giorno dopo le violenze ai danni delle due vittime, nei suoi confronti è stato emesso un provvedimento di fermo: da allora Rullo è ricercato.
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Il martello, così come ricostruito dalla squadra mobile di Napoli, sarebbe stato usato anche contro il petto del 52enne, mentre gli venivano fatte gravissime minacce: cioé che gli sarebbe stata uccisa tutta la famiglia qualora non avesse consegnato i 375mila euro versati da uno degli indagati (un amico coetaneo del 26enne) nell’ambito di un affare nel settore delle automobili.
Ore di terrore
Vere e proprie ore di terrore degne di un film horror, in sostanza, subite da padre e figlio, in un’abitazione, a Napoli, dove il 26enne figlio dell’imprenditore sequestrato è stato condotto per primo al fine di picchiarlo selvaggiamente.
Alla fine anche il padre è stato accompagnato in quell’appartamento dove è stato anche lui percosso prima che gli venissero concesse un paio d’ore per recuperare l’ingente somma di denaro (che non possedeva) da consegnare a un appuntamento fissato per le 23 di quel 26 settembre 2024.
Prima di essere lasciato libero però il 52enne è stato costretto a registrare un vocale sul telefono di uno degli indagati in cui ammetteva di essersi fatto prestare il denaro «da questa brava gente». Il figlio dell’imprenditore, dopo le violenze, è stato messo in auto e portato in un’abitazione di Castel Volturno, nel Casertano, dove un infermiere gli ha medicato le ferite prima che gli venisse messo un sacco nero in testa per scaricarlo, intorno all’una e mezza del 27 settembre scorso, davanti all’ospedale Fatebenefratelli di Napoli. Poco prima il padre aveva presentato una denuncia in Questura temendo per la vita del figlio.