M5S, Conte e Grillo alla resa dei conti: «rapporto incrinato in maniera irreversibile»

di Antonella Di Martino

Ma sul presidente pentastellato piovono le critiche: «Il Movimento è il nuovo cespuglietto triste del Pd»

È la resa dei conti finale. Che va a colpire proprio le tasche del fondatore del Movimento. A sferrare il colpo definitivo a Beppe Grillo, è il presidente pentastellato Giuseppe Conte nel nuovo libro di Bruno Vespa. «Grillo è responsabile di una controcomunicazione che fa venire meno le ragioni di una collaborazione contrattuale», scandisce il leader nell’intervista.

Annunciando lo stop al contratto di consulenza per la comunicazione che lega Grillo all’associazione M5s per un compenso annuale di 300 mila euro. Per Conte, il fondatore «sta portando avanti atti di sabotaggio compromettendo l’obiettivo di liberare energie nuove» con il processo Costituente in atto. «Grillo si sta battendo contro la sua comunità», aggiunge l’ex premier, danneggiando e non «rafforzando l’immagine del Movimento». Una lettera di licenziamento, in sostanza.

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«Grillo – affonda ancora Conte – ha rivendicato il compenso come garante anche nelle ultime lettere che mi ha scritto. Io non ho mai accettato che fosse pagato per questa funzione, che ha un intrinseco valore morale e non è compatibile con alcuna retribuzione». Un intreccio tra incarico di consulenza e funzione di garante, che il presidente intende puntualizzare e osteggiare. Secca e piccata la replica dallo staff di Grillo: «il contratto è in vigore». Ma nessuna dichiarazione. Pronta la reazione al fondatore da fonti del M5s, che chiariscono: il contratto di Grillo «è ancora in vigore e andrà alla sua naturale scadenza nei prossimi mesi», ma per il presidente Conte «non è più possibile rinnovarlo in queste condizioni».

Tra i vertici del Movimento il dado sembra ormai tratto

È rottura. Lo stesso Conte ribadisce gli «atteggiamenti velenosi» di Grillo, poi sancisce: «il nostro rapporto si è incrinato in maniera irreversibile». Secondo quanto riportano fonti parlamentari, il contratto di Grillo scadrebbe alla chiusura dell’anno solare e ai vertici del Movimento basterebbe non rinnovarlo per cessare ogni relazione col fondatore. La strada, però, non sembra così spianata. Almeno secondo qualcuno dell’inner circle grillino.

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Chi ha incontrato il garante nei suoi ultimi viaggi romani, annuncia: «ci saranno reazioni, e quelle legali sono il minimo». L’atmosfera raccontata da chi è vicino al fondatore e lo sente costantemente, è di dispiacere e rabbia. «Un mondo alla rovescia – si sfoga qualcuno – quello in cui si licenzia Grillo e in cui molti scappati di casa appoggiano questa infamia. Torneranno nel nulla da cui sono venuti».

Tra la cessazione del contratto e il divorzio ufficiale, però, c’è anche l’Assemblea costituente. Alla fine di questa settimana, i gruppi di lavoro definiranno i quesiti che saranno poi posti al voto finale dell’Assemblea prevista per il 23 e 24 novembre. Tra questi, anche il quesito che chiederebbe agli iscritti di pronunciarsi sulla cancellazione del ruolo del garante. Eventualità che disarcionerebbe una volta per tutte il fondatore dal suo Movimento.

Intanto, il siluro di Conte raggiunge le coste liguri

Dove il presidente pentastellato è impegnato nell’ultimo forcing di campagna elettorale per Andrea Orlando, dopo aver ribadito la collocazione del M5s nel campo progressista. E dove l’ex Nicola Morra, candidato alla presidenza, attacca: «il M5s si è trasformato nel partito personale di Conte, nuovo cespuglietto triste del Pd». Critiche arrivano anche da un altro ex di peso, Davide Casaleggio: «strano che Conte parli di Grillo a Vespa e non agli iscritti M5s».

L’ex presidente di Rousseau si scaglia contro la Costituente e torna sulla questione che riguarda simbolo e nome del M5s: «il Movimento era basato sulla partecipazione e oggi non c’è più, è qualcosa di diverso e credo che debba avere anche un nome diverso». E dal centrodestra partono le bordate. Maurizio Gasparri di FI presenta un esposto alla Corte dei Conti sul compenso ricevuto da Grillo. In un’interrogazione al governo, il deputato leghista Igor Iezzi chiede se il M5s possa ricevere i fondi del 2×1000. Replicano i 5s: «i compensi a Grillo sono sotto la luce del sole, e non vengono dai gruppi parlamentari bensì dall’associazione».

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