Campania, Schifone a ilSud24: «Terzo mandato di De Luca mette in forte imbarazzo la sinistra»

di Mauro Della Corte

L’esponente di FdI: «La trasferta di Francoforte ha rafforzato l’immagine internazionale di Napoli»

Terzo mandato sì, terzo mandato no. Da settimane non si fa altro che parlare della volontà del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca di candidarsi, ancora una volta, allo scranno di Palazzo Santa Lucia. Dei litigi con il suo partito e la segretaria Elly Schlein che ha rotto tutti i ponti con lo “sceriffo” salernitano e che chiede un cambiamento. Eventualità che a Vincenzo De Luca non piace, al punto di arrivare a offendere alcuni suoi colleghi di partito. Questa situazione però danneggia pesantemente la Regione Campania creando incertezze su tutto e arrivando a isolarla.

«Perché determina una situazione di conflitto non soltanto con il governo, perché è evidente che ha già assunto da tempo una posizione assolutamente chiara sull’argomento, escludendo la possibilità che la legge nazionale possa essere aggirata. Ma questa situazione crea una conflittualità anche all’interno dell’opposizione nazionale per cui effettivamente anche dal punto di vista operativo la Regione Campania rischia di avere in sede di consiglio un ulteriore elemento di appesantimento di difficoltà» afferma Luciano Schifone, già europarlamentare e assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Campania e oggi componente della direzione nazionale di Fratelli d’Italia, in un’intervista a «ilSud24».

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«Non c’è dubbio – continua – che c’è una situazione che crea imbarazzo, paralisi all’interno della struttura dell’organizzazione della Regione anche burocratica. Siamo di fronte a una situazione che non si capisce, in cui non si ha garanzia su niente. Un ulteriore elemento di contrasto anche all’interno dello stesso schieramento di centrosinistra che determina ancora di più conflittualità che certamente non fa bene».

A Napoli manca un assessore

Se a livello Regionale la politica non sembra vivere un momento lieto, a livello locale nemmeno è tutta “rose e fiori”. Nelle scorse settimane c’è stata una polemica per “Tu si ‘na cosa grande”, il presunto Pulcinella stilizzato di Gaetano Pesce, installato a Piazza Municipio. Molti hanno deriso l’opera e c’è chi ha detto che la cultura a Napoli è gestita malissimo.

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«Diciamo che non c’è dubbio che la decisione di Manfredi di poter mantenere l’assessorato, la delega alla cultura in proprio, in qualche modo depotenzia l’attività perché evidentemente il sindaco è preso da mille altre cose, da mille altri problemi che a Napoli non mancano mai per la verità. È evidente che poi alla fine la gestione dell’indirizzo della politica culturale della città in qualche modo ne soffre. Corriamo il rischio di strafalcioni come quello dell’installazione di Gaetano Pesce che non si capisce se è stata stravolta rispetto al progetto iniziale dello stesso scultore e quindi vuol dire che non è stata seguita con l’attenzione che meritava».

«Oppure se invece veramente era questo il progetto di installazione dell’opera artistica che voleva lo scultore allora bisognava probabilmente fermarla un poco prima e capire che oggettivamente è un’opera che, al di là del significato che gli ha voluto dare Pesce, oggettivamente nel 90 per cento dei visitatori o comunque di quelli che ne prendono visione, non può fare altro che rappresentare appunto un simbolo fallico che certamente mette in imbarazzo la città».

Bene o male, l’importante è che se ne parli

Il sindaco però ha affermato che comunque ha raggiunto il suo scopo perché se ne è discusso molto.

«La dichiarazione che comunque è un successo perché se ne parla in tutto il mondo, francamente non soddisfa assolutamente e anzi è da respingere perché Napoli non ha bisogno di ulteriori elementi. Napoli è una città, per fortuna, già conosciuta in tutto il mondo. Non fosse essere altro che per le canzoni, il teatro, la musica, la storia di Napoli. Se ne dovrebbe parlare, ma per cose positive. Se se ne parla per camorra, per delinquenza, per traffico, per caos e ora anche per installazioni assolutamente di cattivo gusto, non penso che questo faccia un buon servizio all’immagine della città» spiega Schifone.

«Oltretutto è anche un oggetto di cattivo gusto non soltanto per il richiamo sessuale ma anche per il richiamo di pudore. Richiama un po’ la scultura di Maurizio Cattelan che mise un water all’interno del Museo di Arte Moderna o la “Merda d’artista” al Museo Madre. Richiamano ovviamente un’attività corporale che non è delle più piacevoli e quindi da questo punto di vista è assolutamente inaccettabile che Napoli possa essere rappresentata in questo modo».

Piazza Municipio, uno spazio enorme da riempire

Ma invece di investire soldi in opere temporanee non si potrebbe utilizzare gli ingenti fondi, spesi per esempio per la Venere degli Stracci di Maurizio Pistoletto o per il Pulcinella di Gaetano Pesce, per abbellire una volta per tutte piazza Municipio?

«C’è stato un intervento estetico sulla piazza che oggettivamente ha lasciato tutti un po’ perplessi perché si tratta di un grande spazio che diventa quasi un deserto e che spesso viene riempito con attività di dubbio gusto, bancarelle, sagre paesane e cose poco piacevoli e poco costruttive. Certamente potrebbero essere utilizzato in questo modo, ma lì probabilmente il nodo non è tanto quello di utilizzarlo in modo diverso. Ma è quello di utilizzarlo anche per installazioni artistiche ma che abbiano un minimo di presentabilità per la città».

«Un’opera artistica può anche essere provocatoria, può anche essere di rottura, questo non c’è dubbio, ma deve essere comunque in qualche modo inserita in un contesto, non può essere soltanto oggetto di lazzi e di battute più o meno brevi, più o meno piacevoli che richiamano cose antipatiche. Quindi può anche esserci la spesa per l’installazione di opere artistiche».

«Io sono stato assessore al turismo, alla cultura, quindi non è una cosa che mi scandalizzi. Mi scandalizza il fatto che non ci sia una commissione culturale che valuti l’opera e che sia attenta alla sua realizzazione. Perché non so se il progetto iniziale di Gaetano Pesce, che mi sembrava diverso e anche quello poco poco interessante ma era comunque una questione soggettiva, è stato completamente stravolto e oggi siamo essenzialmente di fronte a una raffigurazione fallica. E questo non c’è dubbio, così l’hanno visto tutti i napoletani e anche i non napoletani».

La Federico II e i Lions

La cultura di Napoli, la storia della città, le eccellenze nostrane, come accennavi, sono note e celebrate in tutto il mondo. La settimana scorsa alla Fiera Internazionale del Libro di Francoforte è stata omaggiata la multicentenaria Federico II a cui hai preso parte.

«Una bella soddisfazione perché ho curato personalmente l’evento come presidente del Comitato Lions per gli 800 anni della Federico II, ottenendo l’autorizzazione, e devo ringraziare per la sensibilità sia del Commissario straordinario Mauro Mazza, che è il commissario di Governo per l’Italia Paese ospite a Francoforte, e sia del Rettore che ha accolto con grande entusiasmo e grande apprezzamento questa iniziativa. Abbiamo sostanzialmente celebrato a Francoforte, nella fiera del libro che poi sarebbe in realtà la fiera della cultura, il ricordo di Federico II, quale gigante della storia che unisce in positivo Germania e Italia».

«Questo è stato il messaggio che si è voluto dare attraverso appunto la celebrazione degli 800 anni della fondazione dell’università partenopea che ricorre nel 2024, con l’incontro fra le due culture, la Federico II di Napoli e l’Università Wolfgang Goethe di Francoforte che insieme hanno serrato questo momento che è stato concluso con la consegna di un cadeau realizzato dal club Lions Campi Flegrei, una preziosa riproduzione dell’editto che Federico II emanò in occasione della Fiera di Francoforte nel 1240, quando pose, con questo atto, sotto la sua protezione tutti i mercanti che si recavano a Francoforte per la fiera mercantile dell’epoca».

«Anche questa, tra l’altro, è un ulteriore dimostrazione della modernità di questo imperatore che, mentre guerreggiava a nord, a sud, a est, a ovest, si prendeva briga anche dello sviluppo economico del suo impero, favorendo i commerci che riteneva come elemento di sviluppo economico, sociale e culturale. Un ulteriore elemento di modernità di questo imperatore che appunto inventò il concetto di università statale, come sappiamo la Federico II è fra le prime università costituite in Europa, ma è la prima in assoluto di concezione statale».

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