Molti commercianti hanno deciso di imitare l’iniziativa del locale di Briatore
Da mesi, negli ambienti della ristorazione e oltre, non si fa che parlare di Briatore e del suo “Crazy Pizza” inaugurato anche a Napoli. Consumatori, pizzaioli, addetti ai lavori, chiunque ha voluto dire la propria su un’idea progettuale che sta dividendo l’opinione pubblica, quasi si stesse cercando di dare una classificazione a questa «nuova specie culinaria» troppo vicina alla classica pizza napoletana, dalla quale i conservatori stanno tentando in ogni modo di dissociarsi. Per qualcuno è speciale, per altri banale; c’è chi la considera sopravvalutata e chi invece equilibrata. Ma, soprattutto, l’interrogativo più ricorrente è: «Giusto pagarla tanto?».
Focalizzandoci sul format, qui la pizza sarebbe associata alla consumazione con il biglietto d’ingresso di un locale modaiolo. Intanto, mentre gli interrogativi cercano risposta, il tycoon Briatore incassa crediti in pubblicità; che Flavio abbia il marketing nel sangue è innegabile.
Anche la querelle con il Comune di Roma sulla questione delle decorazioni floreali (che, ricordiamolo, ha portato al locale l’ennesima denuncia per difformità stilistica) ha promosso ancor di più il brand di Briatore. L’idea di decorare le vetrine dei negozi e le facciate con vistosi addobbi dai colori primaverili si sta diffondendo a macchia d’olio un po’ ovunque.
A Napoli, nel cuore del centro storico, tra via Toledo e Chiaia, sono diverse le attività commerciali che hanno adottato l’idea di ornare con sfavillanti motivi floreali le facciate di negozi e gazebo; un tripudio di briosi colori pastellati in grado di trasmettere sensazioni positive. In realtà, nulla di propriamente innovativo se ricordiamo la tendenza di qualche anno fa di ornare le facciate con pannelli di verde muschio devitalizzato; a dirla tutta, i colorati polimeri a scaglie hanno avuto la meglio.