«Richiesta di risarcimento danni per l’opera di Pesce a piazza Municipio»

di Mauro Della Corte

Il coordinatore cittadino di Fdi, Nonno, a ilSud24: «Questa pseudoarte serve solo a far spendere soldi. Comune è parte lesa»

Una richiesta di risarcimento per difformità dell’opera “Tu si ‘na cosa grande” di Gaetano Pesce dal progetto presente nella delibera. Marco Nonno, presidente del coordinamento cittadino di Napoli di Fdi, annuncia battaglia dopo le polemiche scaturite dall’installazione della struttura a piazza Municipio.

«Lo scandalo della pseudoarte, che puntualmente ci propinano, serve solo a far spendere soldi e ad arricchire qualche pseudocuratore d’arte» racconta l’esponente di Fratelli d’Italia a ilSud24 che aggiunge: «Come partito, stiamo preparando una denuncia in sede civile, con le richieste di risarcimento nei confronti dei due curatori d’arte e della società che ha portato l’opera. Nella delibera era presente l’opera di Pulcinella di Gaetano Pesce, ma nella realizzazione hanno fatto qualcosa che è tutto tranne che l’opera dell’artista. Quindi il Comune è parte lesa e non deve pagare ma anzi deve chiedere un risarcimento. Presenteremo la richiesta in questi giorni con tanto di conferenza stampa».

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La delega alla Cultura

Ma il problema, seppur a primo acchito non emerga, ha radici più profonde. «Il sindaco Manfredi – aggiunge – non deve tenere la delega alla Cultura per sé ma deve nominare un esperto, un assessore, che abbia esperienza nel campo, possibilmente nella cultura classica napoletana e nelle opere d’arte che sono presenti a Napoli. Mettendo un attimo da parte la pseudoarte contemporanea che in questo momento ci fa solo spendere soldi ma non lascia nulla. Faccio un esempio concreto. Abbiamo le pareti del Maschio Angioino che sono strapiene di erbacce. L’ultima volta che sono state tolte è stato fatto dal sottoscritto con l’associazione paracadutisti a titolo gratuito».

«Invece di spendere 200 mila euro per quella spazzatura, potevano finanziare la pulizia del Maschio Angioino, per esempio. Basta guardarsi intorno a Napoli, ci sono tantissime opere d’arte da recuperare e da mantenere. Non c’era bisogno dell’arte contemporanea».

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«Questi soldi che loro spendono per questa pseudocultura, che è spazzatura, vanno spesi per valorizzare le nostre bellezze, che sono invidiate da tutto il mondo. Napoli, paradossalmente, di questa spazzatura contemporanea non ne ha bisogno, è un museo a cielo aperto, basta camminare: in ogni metro c’è una chiesa antica o un’opera d’arte abbandonata».

«C’è di tutto nella nostra città, quindi buttare soldi per queste cose è solo ed esclusivamente, diciamo così, clientela politica elettorale fatta da una certa sinistra napoletana, che si è arricchita per anni con questa spazzatura di arte moderna. Che poi non è arte, perché, ripeto, a Napoli abbiamo di tutto. Cioè, io mi metto al centro di Piazza Municipio e guardo in alto: vedo Castel Sant’Elmo, a destra l’Hotel de Londres, a sinistra il Maschio Angioino, con la stazione marittima alle mie spalle. C’è di tutto. Hanno fatto una piazza Municipio che è un calvario, senza un albero».

L’Hotel de Londres

Proprio sull’Hotel de Londres c’è una polemica con il Tar. Tanti chiedono che il Tribunale Amministrativo della Campania si trasferisca al Centro direzionale per restituire lo storico palazzo alla sua funzione originaria.

«Noi – spiega Nonno – siamo abituati ad avere questo rapporto con le opere d’arte che utilizziamo per uffici pubblici. Però il turista che viene deve poterle vedere. Allora, dovremmo fare come in Ungheria con il Parlamento, la massima istituzione nazionale, che è aperto ai visitatori. Devi mettere in condizione i turisti e i cittadini di ammirarla e nel frattempo deve continuare a essere una struttura pubblica che serve per lavorare. Noi dobbiamo metterci in condizione di farlo. Il bene lo dobbiamo utilizzare, ma dobbiamo anche ristrutturarlo in modo che i turisti possano apprezzarlo. Possiamo farlo invece di buttare i soldi in opere inutili o in qualche altra schifezza».

L’Asìa Napoli

Le critiche nei confronti dell’Amministrazione non si esauriscono però al fattore culturale ma investono, per esempio, il decoro pubblico dove l’Asia Napoli, partecipata del Comune, sembra essere in difficoltà.

«Manfredi è di per sé una brava persona, che io stimo e credo che sia più che rispettabile e ha un solo merito, quello di non aver ideologizzato l’amministrazione politica a differenza di de Magistris. Un fattore importante e determinante perché mette in condizione anche l’opposizione di poter collaborare quando ci sono proposte valide e questo per me è un merito che ho notato. Nello specifico, con la spazzatura dovremmo iniziare a far scorrere le graduatorie e smettere di subappaltare, perché Asìa subappalta a molte società private».

«Subappaltando a molte ditte private, molti settori e segmenti della raccolta del ciclo dei rifiuti spendi di più, non risparmi. Allora noi dobbiamo far scorrere la graduatoria e investire nel potenziamento della raccolta, visto che noi abbiamo la società pubblica, l’Asìa, potenziamo quella, non spendiamo con il privato. E poi ci sarebbe da fare un discorso per recuperare fondi. Ci sono tutta una serie di sacche di clientele che dovremmo eliminare, però ci vuole il coraggio per farlo».

I guai del centrosinistra

Il centrosinistra però ha qualche guaio non solo al Comune di Napoli ma anche in Regione Campania dove ormai è scontro aperto tra il presidente Vincenzo De Luca e i vertici del suo partito, il Pd. «La sinistra sta subendo l’iniziativa politica di Giorgia Meloni, che, con tutti i suoi difetti e con tutta la sua squadra che a volte ci fa riflettere, sta portando avanti un’azione politica che sta dettando l’agenda. Questo dettare l’agenda da parte di Giorgia Meloni crea un isterismo nella sinistra».

«Un isterismo che non permette alla sinistra di ragionare. Se pensiamo che De Luca, nel 2016 e nel 2019, chiedeva l’autonomia, oggi è contro l’autonomia. Ora, la sinistra vuole liberarsi di De Luca, perché ne ha il terrore, perché è un uomo libero. Io ho avuto a che fare con De Luca e devo dire che è molto pragmatico. E l’essere pragmatico fa paura a chi a Roma è stato nominato e non ha il consenso del territorio».

«Ovviamente, a me, da centrodestra, conviene che De Luca si ricandidi e che il centrosinistra sia diviso, perché potrebbe essere l’occasione per rientrare in Regione, probabilmente con un candidato all’altezza, senza mettere candidati deboli come l’ultima volta che abbiamo affrontato De Luca, e cercare di dare un’inversione alla gestione della cosa pubblica che negli ultimi anni, con la sinistra, ha dimostrato il peggio di sé».

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