Camorra, tentavano di ricostruire frangia Casalesi: 14 arresti nel Casertano | I NOMI

di Fabio Maresca

Un 62enne avrebbe provato a riorganizzare il clan dopo 24 anni di reclusione

Uno degli arrestati, tornato in libertà di recente dopo 24 anni di reclusione, stava tentando di ricostituire la frangia del clan dei Casalesi una volta capeggiati dai capiclan Francesco Schiavone, soprannominato «Sandokan», e Michele Zagaria, detto «capa storta».

Nel corso della mattinata odierna, i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misura cautelare, emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 14 persone (9 in carcere e 5 agli arresti domiciliari), ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, incendio, detenzione di armi e ricettazione. Tra gli indagati anche Carmine Zagaria, fratello di Michele. Per lui il Gip ha riconosciuto i gravi indizi di colpevolezza ma ha rigettato la misura cautelare.

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L’attività investigativa

La complessa attività investigativa, avviata nel settembre del 2022 e conclusa alla fine del mese di giugno 2023 ha permesso, attraverso attività d’intercettazione telefonica e ambientale, supportata da servizi di osservazione e pedinamento, di documentare dinamiche e definire condotte che hanno riguardato vicende relativamente recenti, che hanno coinvolto affiliati al clan dei Casalesi, di diverso spessore, attualmente attivi nei territori di Grazzanise, Santa Maria La Fossa, Vitulazio, Capua, San Tammaro, Santa Maria Capua Vetere, Casal di Principe e comuni limitrofi.

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Antonio Mezzero

Tra gli odierni destinatari del provvedimento spicca di rilievo la figura di Antonio Mezzero, uno storico appartenente al gruppo Schiavone che, scarcerato recentemente (luglio 2022) dopo un lungo e ininterrotto periodo di detenzione (iniziato nel marzo del 1999), pur sottoposto dapprima alla libertà vigilata e successivamente alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, si sarebbe da subito adoperato per riorganizzare il gruppo criminale e affermare il proprio controllo del territorio.

Avvalendosi di persone di fiducia, tra cui anche dei parenti, secondo gli inquirenti avrebbe posto in essere estorsioni in danno di imprenditori, una tentata estorsione in danno di una giovane coppia per risolvere una controversia abitativa connessa con la resistenza opposta dai due nel liberare l’appartamento in cui erano in affitto, e che sarebbe stata realizza mediante minaccia e violenza ed in particolare culminata nell’incendio dell’autovettura di proprietà dei predetti.

Le investigazioni hanno poi consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati in ordine al tentativo di accaparrarsi la gestione di attività commerciali attraverso le quali reimpiegare proventi illeciti, ovvero nell’ottenere una tangente sulla compravendita di un capannone commerciale, del valore di oltre un milione di euro.

L’allarme sociale

Non di minor rilievo, per l’impatto di allarme sociale che desta, la dinamica criminale accertata, dagli investigatori, della ricettazione di mezzi d’opera e materiali da cantiere, che rientrava nelle attività del sodalizio. Infatti, nel corso dell’attività sono stati restituiti ai legittimi proprietari diversi autocarri e mezzi agricoli rinvenuti dai militari subito dopo i furti (valore stimato complessivamente in circa 40 mila euro).

Le indagini hanno altresì consentito di acclarare la disponibilità di armi da parte del sodalizio criminale. I provvedimenti eseguiti sono misure disposte in sede di indagini preliminari, avverso le quali sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari delle stesse sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

I coinvolti

Destinatari della misura cautelare in carcere sono Carlo Bianco, 40 anni; Davide Grasso, 53 anni; Pietro Ligato, 52 anni; Alessandro Mezzero, 36 anni; Antonio Mezzero, 63 anni; Michele Mezzero, 38 anni; Pasquale Natale, 64 anni; Giovanni Diana, 63 anni; Giuseppe Mezzero, 56 anni. Ai domiciliari Pietro Di Marta, 61 anni; Andri Spahiu, nato in Albania, 25 anni; Pietro Zippo, 63 anni; Vincenzo Addario, 58 anni; Giuseppe Diana, 78 anni.

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