Droga sull’asse Arenaccia-Torre Annunziata, ecco chi sono i capi e i gregari dei due gruppi

di Enzo Amato

A Napoli la gestione era di Alessandro Corrado e Rosario De Angelis, nel comune oplontino comandavano i cognati Nino Gemignani e Giuseppe Panariello

Due gruppi e quattro capi, per l’organizzazione smantellata dalla polizia e dai militari della guardia di finanza, in collaborazione con il Scico. Su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, è stata eseguita un’ordinanza nei confronti di 15 persone indiziate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti, ricettazione, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, detenzione e porto abusivo in luogo pubblico di arma da fuoco, accensioni ed esplosioni pericolose e trasferimento fraudolento di valori.

I destinatari del provvedimento:

Alessandro Corrado, 44 anni, dell’Arenaccia 253; Salvatore Scotto Di Gregorio, 45 anni, di Monteforte Irpino; Cito De Liso, 35 anni, residente a Scampia; Mario Criscuolo, 53 anni, residente a Nola; Concetta Gelato, 58 anni, dei Quartieri Spagnoli; Giovanni Borrelli, 72 anni, residente a Melito; Nino Gemignani, 34 anni, di Torre Annunziata; Giuseppe Panariello, 36 anni, residente a Torre Annunziata, Orsolo Polise, 32 anni, residente a Boscoreale; Antonio Guarro, 45 anni, residente a Eboli, nel Salernitano; Antonio Di Matteo, 32 anni, residente nel quartiere Arenaccia di Napoli; Pasquale Di Matteo, 21 anni, residente a Scampia; Fabio Cartigiano, 45 anni, di Scampia; Rosario De Angelis, 26 anni, dell’Arenaccia, noto come ‘O pipistrello; Luigi Bianchini, 24 anni, di Scampia.

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La tesi investigativa

Due organizzazioni criminali, una satellite dell’altra, che operavano all’Arenaccia, in zona Contini, e a Torre Annunziata. Il primo sodalizio commercializzava all’ingrosso lo stupefacente nei mercati clandestini attraverso corrieri che utilizzavano veicoli dotati di doppifondi occulti, appositamente realizzati da un carrozziere di fiducia; il secondo sodalizio, con base operativa a Torre Annunziata, si riforniva stabilmente dalla prima organizzazione e distribuiva ingenti partite di narcotico ad acquirenti che lo destinavano alle piazze di spaccio di Torre Annunziata, del suo hinterland, fino a Salerno e provincia.

Sottoposti a sequestro quasi un quintale di sostanza stupefacente (cocaina e hashish), nonché una pistola con matricola abrasa, due caricatori, 33 cartucce e somme di denaro contante per oltre 820 mila euro. Uno dei corrieri utilizzati dal gruppo napoletano per le consegne del narcotico, dopo l’arresto in flagranza di reato, ha continuato a mantenere rapporti con il sodalizio attraverso dispositivi telefonici illegalmente introdotti in carcere.

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Sequestrati anche un bar e una pizzeria a Napoli, fittiziamente intestate a soggetti incensurati. Lì gli indagati si incontravano abitualmente per pianificare i traffici illeciti e per ricevere gli ordinativi dei clienti.

L’organizzazione napoletana

Alessandro Corrado e Rosario De Angelis vengono indicati dagli inquirenti come i capi e del sodalizio. Concetta Gelato, Antonio Di Matteo, vengono definiti come soggetti alle dirette dipendenze di Corrado, e si sarebbero occupati di prelevare ingenti quantitativi cocaina e hashish per trasportarli fino a Torre Annunziata. Pasquale Di Matteo viene indicato come custode della droga. Giovanni Borrelli è indicato come l’uomo che aveva il compito di individuare le auto che servivano per il trasporto della droga. Era lui che le dotava del «sistema», ovvero il meccanismo che serviva ad occultare stupefacenti e soldi. Fabio Cartigiano e Luigi Bianchini avevano funzione di intermediari per le ulteriori cessioni dello stupefacente.

Il gruppo oplontino

A Torre Annunziata erano i cognati Nino Gemignani e Giuseppe Panariello a coordinare il gruppo, secondo la procura. Si occupavano della gestione dei traffici e di reperire reperimento, dell’occultamento, del confezionamento e della consegna della sostanza stupefacente oltre che del recupero dei crediti derivanti da tale illecita attività. Orsolo Polise era alle dirette dipendenze dei cognati. Rivestiva il ruolo di corriere per conto del sodalizio occupandosi di prelevare cocaina e consegnarla ai destinatari finali; Antonio Guarro, insieme ad altri soggetti non identificati, avrebbe svolto il ruolo di intermediario negli acquisiti e nelle successive cessioni della sostanza stupefacente da rivendere presso le piazze di spaccio della provincia di Salerno.

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