Ciechi per finta, ma orbi davvero… La sinistra s’incarta sul caso Sangiuliano

La strategia della sinistra sta diventando sempre più uno strano coacervo di gossip, politica e umorismo. Sono davvero alla frutta…

Conosco il ministro Gennaro Sangiuliano dai tempi in cui, dirigeva «il Roma», il quotidiano napoletano nato nel 1862, il quarto più antico fra i giornali nazionali e primo fra quelli meridionali ancora in circolazione e per il quale curavo la rubrica «le ragioni del Sud».

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Tranquilli, non voglio difenderlo (anche perché non ne ha bisogno, ha ampiamente dimostrato di saperlo fare da solo) sguainando la scimitarra e sfidando a «singolar tenzone» gli «eroici» patrioti del nulla – che, tra l’altro non sarebbe tanto «singolar», perché l’ipocrisia sinistroide è così consolidata e gli ipocriti sinistrati talmente tanti – soprattutto, per questioni d’interessi personali, familistici, amicali e di cordata – che ne sarei travolto e annichilito. E non ci farei una bella figura e neanche un favore a Sangiuliano, anzi! Mi limito allora ad aggiungere una chiosa – anzi, no, una risposta – alla domanda con la quale l’amico e collega Marcello Veneziani ha concluso la sua stupenda nota su «la Verità» di oggi: «Che ipocrisia l’indignazione dopo il silenzio sui milioni ai film degli amici».

Ecco allora la domanda di cui sopra: «Se Sangiuiano avesse avuto come suo consigliere e accompagnatore un transgender, un gay, o un migrante i bigotti indignati (personalmente avrei aggiunto: «infognati») avrebbero chiuso almeno un occhio?». No Marcello, li avrebbero chiuso entrambi, anzi probabilmente – pur di non vedere – se li sarebbero cavati entrambi e sarebbero diventati tutti «finti ciechi». Seppure per finta.
La strategia della sinistra, insomma sta diventando sempre più uno strano coacervo di gossip, umorismo e politica, cancellando gli interessi veri e le esigenze reali dei cittadini. Sono davvero alla frutta, povero Berlinguer!

Setaro

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