Napoli tra storia e leggenda: l’ipogeo di Santa Luciella e il teschio con le ‘orecchie’

di Maddalena Villano

Uno dei tesori sotterranei più affascinanti della città

Nel centro storico di Napoli, alle spalle di San Gregorio Armeno, sotto la piccola chiesa di Santa Luciella ai Librai, si trova uno dei tesori sotterranei più affascinanti della città: l’ipogeo di Santa Luciella. Un vero e proprio scrigno di storia, tradizione e devozione popolare, dove si intrecciano racconti di culto e mistero.

La fondazione nel XIV secolo

L’ipogeo di Santa Luciella risale al XIV secolo, epoca in cui la chiesa soprastante fu fondata dalla corporazione dei Pipernieri, fabbricanti di piperno, una pietra tipica della zona. Nel XVII secolo, la cappella e il suo ipogeo furono affidati alla Confraternita dei Librai, che continuò a gestirli fino al secolo scorso.

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Era utilizzato come luogo di sepoltura e come area cerimoniale, in particolare dedicata a Santa Lucia, protettrice della vista e, in questo contesto, anche dei lavoratori della pietra che rischiavano danni agli occhi a causa delle polveri. Con il tempo, entrambi i luoghi caddero in disuso e vennero dimenticati, fino alla recente riscoperta e restauro ad opera di associazioni locali e volontari.

Miti e leggende

Molto famoso è «il culto delle anime pezzentelle». In passato c’era l’usanza di tenere le teste dei morti e fu così che a fine ‘700 nacque questa credenza. Secondo la tradizione, un fedele adottava un teschio e se ne prendeva cura; pregando per la sua anima permetteva a quest’ultimo il trapasso dal purgatorio al paradiso. In cambio, il fedele chiedeva una grazia allo spirito del teschio e, nel caso in cui lo spirito lo avesse aiutato, sarebbe stato ringraziato con un ex voto appeso al muro; in caso contrario sarebbe stato capovolto.

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Il «teschio con le orecchie»

Il teschio con le orecchie (ph. Respiriamo Arte Aps)

Quello più famoso è il cosiddetto «teschio con le orecchie», uno degli elementi più enigmatici dell’ipogeo di Santa Luciella. Parliamo di un cranio umano con una conformazione ossea particolare che sembra presentare delle orecchie. Naturalmente, non sono vere orecchie ma questa caratteristica è dipesa da un distaccamento osseo della calotta cranica. Secondo la tradizione popolare, quest’ultimo ha il potere di ascoltare meglio le preghiere e le suppliche dei fedeli, che spesso vi si recavano per chiedere intercessioni e grazie.

Esso divenne così un simbolo di protezione e di comunicazione con l’aldilà, elemento che arricchisce l’aura di mistero e fascino dell’ipogeo. Questa leggenda si inserisce in una più ampia tradizione, in cui i teschi e le ossa dei morti vengono venerati come intermediari tra i vivi e l’aldilà.

Architettura e scoperte recenti

L’ipogeo di Santa Luciella è un esempio straordinario di architettura funeraria sotterranea. La struttura presenta un ingresso con una scala che conduce a una serie di piccole cappelle e ambienti di culto, decorati con affreschi ormai sbiaditi ma che un tempo dovevano essere vivacemente colorati. Durante i lavori di restauro, sono state rinvenute numerose ossa e resti umani, a testimonianza dell’uso continuato come luogo di sepoltura. Gli archeologi hanno anche scoperto tracce di antiche pratiche religiose e rituali, che confermano l’importanza del sito come luogo di rito e devozione popolare.

Riaperta grazie all’impegno dei volontari

Grazie agli sforzi dell’associazione Respiriamo Arte e dei volontari, l’ipogeo di Santa Luciella è stato riaperto al pubblico dopo decenni di abbandono e oggi è possibile visitarlo attraverso tour guidati. Queste visite permettono di esplorare i misteriosi sotterranei e di conoscere la storia e le leggende legate a questo posto unico. Un luogo che incanta e affascina, un vero e proprio viaggio nel cuore oscuro e misterioso di Napoli. Tra antiche tradizioni e leggende, rappresenta un patrimonio inestimabile della nostra cultura.

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