Il volto del clan Mazzarella cambiato dopo il delitto Di Pede

di Enrico Biasi

Gli assetti ricostruiti dai collaboratori di giustizia e dalle inchieste giudiziarie: dal cartello con i Sarno al patto con i D’Amico

Il fuoco di fila dei pentiti ha consentito, negli anni, di ricostruire gli assetti criminali nel centro storico. Una serie di pentiti, ‘voci di dentro’ delle organizzazioni, provenienti da vari clan, hanno acceso i propri riflettori sul clan Mazzarella. I pentiti illustri sono un esercito; Carmine Campanile, affiliato da lungo tempo al clan Caldarelli operante nella zona delle Case Nuove, storicamente alleato al clan Mazzarella di piazza Mercato, da Gennaro Buonocore, già affiliato, nel corso degli anni, prima al clan Palazzo-Sarno e poi, nel periodo compreso tra giugno 2017 e giugno 2018, al clan Mazzarella, con particolare riferimento all’articolazione operativa nella zona di piazza Mercato, e da Tommaso Schisa, affiliato al cartello De Luca Bossa-Minichini-Rinaldi, che ha ricostruito i rapporti tra la propria organizzazione di appartenenza e il clan Mazzarella.

Il clan Mazzarella nei paesi vesuviani

Quanto all’operatività del clan Mazzarella nei paesi vesuviani, la sentenza nr. 351/09 emessa dal Tribunale di Nola, ha accertato l’esistenza fino al 2005 del cartello Mazzarella-Sarno diretto da Vincenzo Mazzarella e Roberto Mazzarella nei territori di Marigliano e Castello di Cisterna. Una recente sentenza ha confermato che il clan Mazzarella ha continuato ad operare in quei territori con il gruppo riconducibile a Cristiano Piezzo.

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Quanto al quartiere di San Giovanni a Teduccio il clan Mazzarella ha sempre occupato un posto di primo piano. Una ricostruzione fedele della struttura ed operatività dell’organizzazione si ricava, in primo luogo, da numerosi provvedimenti giudiziari. I continui fatti di sangue, iniziati, per quanto riguarda gli ultimi 10 anni, con l’omicidio di Vincenzo Di Pede, il 26 agosto 2012, e proseguiti fino ad oggi, danno atto di una mutazione nelle alleanze tra le varie organizzazioni criminali che si contengono il quartiere. Giudiziariamente nota la storica alleanza tra i Mazzarella e i Formicola nella contrapposizione al clan Rinaldi.

Di Pede, infatti, era affiliato al clan Formicola, per il quale svolgeva attività soprattutto nel campo delle sostanze stupefacenti e di raccolta dei proventi illeciti. Le indagini svolte hanno consentito di ricondurre l’omicidio a due esponenti del clan Mazzarella, Raffaele Russo e Rosario Guadagnuolo, entrambi condannati. L’omicidio di Vincenzo Di Pede, segna, dunque, la spaccatura creatasi tra il clan Mazzarella ed il clan Formicola.

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A ricostruire, in ultimo, l’operatività del clan Mazzarella sul territorio di San Giovanni a Teduccio, è la sentenza a carico dei gruppi di Salvatore Donadeo e Salvatore Fido, tutti appartenenti al cartello dei Mazzarella, diretti da Francesco e Roberto Mazzarella, impegnati nella contrapposizione con il clan Rinaldi-Reale-Formicola, espressione dell’Alleanza di Secondigliano. Il terzo gruppo è quello riconducibile alla famiglia D’Amico.

San Giorgio a Cremano e Portici

Il cartello creato insieme ai Mazzarella ha, negli ultimi anni, assunto il controllo anche dei territori di San Giorgio a Cremano e Portici attraverso il gruppo diretto da Umberto Luongo, sotto la sfera di influenza e controllo della famiglia D’Amico e, dunque dei Mazzarella. La sentenza emessa per l’omicidio di Luigi Mignano nei confronti proprio di Luongo e di affiliati alla sua organizzazione, nonché di Umberto D’Amico e degli affiliati all’organizzazione madre costituisce, per gli inquirenti, un formidabile riscontro.

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