La difesa di un imputato annuncia l’appello
Due condanne a 9 anni e una a 10 anni di reclusione: questo il verdetto del giudice del tribunale per i minorenni di Napoli Anita Polito, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, emesso nei confronti di tre dei sette minorenni coinvolti negli abusi compiuti la scorsa estate a Caivano, in provincia di Napoli, ai danni di due cuginette di 12 e 10 anni. La sentenza è giunta al termine di una breve camera di consiglio. Il 5 luglio, pene tra 9 anni e 10 anni e otto mesi di reclusione, erano state invocate dal pm Claudia De Luca. Lo stesso giorno erano stati condannati due maggiorenni coinvolti nelle violenze.
«Non appena avremo letto le motivazioni della sentenza del giudice Polito, presenteremo appello». È la breve dichiarazione di Giovanni Cantelli, avvocato del 17enne G.M., dopo la lettura del dispositivo che ha condannato il suo assistito a 10 anni per le violenze commesse ai danni delle cuginette di 11 e 13 anni. Le due cuginette sono state allontanate dalle famiglie d’origine subito dopo l’inizio dell’indagine, così come i fratelli e le sorelle minorenni della 13enne.
Niola: «Non ci sono né vincitori né vinti»
«Siamo compiaciuti dell’esito raggiunto, ma non dobbiamo dimenticare che, trattandosi di imputati minorenni, non ci sono né vincitori né vinti». Così l’avvocato Clara Niola, legale della madre di una delle due cuginette vittime di abusi a Caivano.
«Il contesto di povertà educativa – dice ancora l’avvocato – in cui hanno avuto luogo i fatti, è un contesto sociale ed umano non supportato dai giusti interventi (nonostante ve ne siano stati), e le violenze sono state poste in essere perché sganciate da una dimensione di rispetto per l’altro. Questi eventi facciano da monito a noi tutti, per poter offrire sempre più ai nostri giovani dei modelli positivi di riferimento da imitare, coi quali potersi confrontare per evitare che altre vicende analoghe possano verificarsi. Con ciò senza dimenticare le famiglie di tutti i minorenni, a vario titolo coinvolti, da supportare in percorsi di sostegno umano», conclude Clara Niola.
Pisani: «È una condanna giusta»
«È una condanna giusta e speriamo esemplare per chi ha umiliato e violato la vita, distruggendo l’anima di bambine innocenti» afferma l’avvocato Angelo Pisani, legale della mamma e del fratello della più grande delle due vittime. Per Pisani, però, i ragazzi condannati sono pure loro «vittime del degrado e dell’inferno delle periferie abbandonate per anni anche dalla malapolitica».
«Questa vicenda – ha ricordato l’avvocato Pisani – ha avuto un impatto devastante sulla comunità di Caivano e sulle famiglie delle vittime. Le bambine hanno subito traumi enormi che richiederanno anni per essere superati, se mai sarà possibile. La comunità è stata scossa da questi eventi, che hanno messo in luce le condizioni di abbandono e degrado in cui molte periferie italiane versano».