Ue, la von der Leyen frena sui Verdi e spacchetta il Green Deal

La presidente della Commissione si avvicina alle posizioni di Giorgia Meloni

I verdi da un lato, Giorgia Meloni dall’altro, con in mezzo Forza Italia a trainare il Ppe verso la premier italiana. A Cascais, scelta come sede degli study days dei Popolari, Ursula von der Leyen si è ritrovata ancora una volta dinnanzi all’ennesimo bivio. E questa volta, lontano da Bruxelles, la presidente uscente ha scelto di fare un passo di lato rispetto all’alleanza con i Greens provando a sigillare, almeno, i voti degli eurodeputati più conservatori del Ppe. In un incontro con la delegazione di FI, infatti, von der Leyen ha sottolineato che intende spacchettare le deleghe al Green deal, facendo tramontare l’idea più cara agli ecologisti, quella di un supercommissario alla transizione. La settimana prossima, per von der Leyen, saranno i giorni della verità.

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La presidente della Commissione designata vedrà uno ad uno i gruppi della maggioranza filo-Ue e tornerà anche a incontrare i Verdi. Saranno giorni di negoziati a 360 gradi: sui temi della prossima Commissione, sulle deleghe da affidare ai singoli governi nell’esecutivo europeo, sui ruoli apicali dello stesso Parlamento Ue. von der Leyen «ci ha garantito che le deleghe al Green Deal verranno divise tra più commissari. Ci ha garantito che ci sarà un approccio moderato alla transizione», ha sottolineato il capodelegazione azzurro Fulvio Martusciello assicurando, forse per la prima volta con chiara nettezza, i voti di Fi per il bis di Ursula.

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Il M5S entra nella Sinistra Ue

Nelle stesse ore, a Bruxelles, il M5S certificava la sua svolta ed entrava ufficialmente nella Sinistra Ue. La trattativa con The Left è durata solo 24 ore, e fondamentale per l’esito dell’operazione è stato il supporto di Sinistra Italiana, che in aula ha rassicurato le altre delegazioni sul «lungo processo di trasformazione del Movimento 5 Stelle». Il via libera dal bureau della Sinistra Ue è arrivato dopo un colloquio di oltre due ore, durante il quale i nuovi eurodeputati pentastellati, guidati dal capodelegazione Pasquale Tridico e supportati dalle uscenti Tiziana Beghin e Laura Ferrara, hanno risposto alle domande dei futuri compagni di gruppo. Al centro del confronto l’alleanza con Salvini del 2018 e i decreti sicurezza del governo Conte I.

Pungente anche la domanda diretta della rappresentante della Linke, l’ultrasinistra tedesca, sugli insulti di alcuni esponenti del governo Conte alla capitana Rackete, con cui oggi gli eurodeputati M5S dovranno dividere il gruppo. Domande a cui Tridico e compagni hanno risposto in maniera «soddisfacente», hanno spiegato dalla presidenza di The Left che ha dato il via libera all’ingresso mettendo a verbale un «periodo di sei mesi di osservazione reciproca» per testare le convergenze politiche.

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Nodo centrale di questo periodo, hanno sottolineato fonti parlamentari, sarà proprio il voto alla Commissione von der Leyen, su cui la Sinistra Ue chiede un no intransigente ai 5 Stelle, che cinque anni fa invece votarono a favore. Per il M5S si tratta della fine di un limbo durato sette anni: l’ultimo gruppo europeo del Movimento è stato infatti l’euroscettico Efd di Nigel Farage, abbandonato nel 2017, per poi tentare una serie di approcci falliti con il gruppo liberale dell’Alde, i Socialisti e per ultimo con la famiglia dei Verdi. Con l’ingresso della delegazione pentastellata, composta da otto eurodeputati, il gruppo passa a 47 membri. Il M5S sarà la seconda delegazione più numerosa dopo quella della France Insoumise.

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