Camorra, i Contini preparavano un agguato al figlio del boss Troncone

di Enrico Biasi

Il dettaglio emerge da un’intercettazione a carico di Salvatore Barile: «Migliaccio e Sorecillo lo vogliono uccidere»

Non solo pentiti. Dall’ultimo provvedimento che ha riguardato i vertici dell’Alleanza di Secondigliano emergono nuove intercettazioni che svelano i rapporti tesi tra il clan del Vasto e altre organizzazioni criminale, come quella che fa capo a Vitale Troncone, attiva a Fuorigrotta e dintorni. Ce n’è una in cui Salvatore Barile (nipote di Vincenzo Mazzarella e al vertice del clan) parla dell’intenzione di Migliaccio e Sorecillo di uccidere Troncone: «Parliamoci chiaro, perché la paranza che vuole uccidere Troncone chi è? ‘O fra, quello è Migliaccio e Sorecillo, sono loro, alla fine».

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Barile indica Saltalamacchia e i Soricilli come uomini a disposizione di Patrizio Bosti per il compimento di azioni violente, quindi fa riferimento ad un non meglio identificato soggetto che vorrebbe avere al suo servizio in quanto compie egregiamente azioni delittuose nonostante la sua condizione di tossicodipendenza: «È andato sul vico delle Zite ed ha ucciso la mamma e se ne venuto questo…non è che è… scemo o non scemo… li vorrei tenere a tre drogati così. Quello è andato sopra ai Quartieri ed è andato dentro ad un basso… ha sparato in faccia a quello e se n’è venuto».

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Totoriello confida ai suoi interlocutori che la notizia relativa la volontà di sopprimere Troncone l’ha saputa dal ragazzo mentre si trovava con Michele Mazzarella. Barile indica al cugino il giorno in cui è venuto a sapere del piano per eliminarlo e cioè quando Troncone si è portato presso la sua abitazione per la questione di un recupero in relazione al quale era stato interessato il clan Mazzarella.

La comunione

A seguire è stata festeggiata una comunione e Barile, che già aveva appreso la notizia, non gli ha accennato del piano ordito da Patrizio Bosti ma solo del recupero effettuato in favore del Troncone, in relazione al quale non avevano neppure ricevuto la ricompensa per la mediazione: «Ora, sopra alla comunione ma che ti dovevo dire… era partita la comunione ‘o frate… hai capitò com’era dai… allora ti dissi solo “abbiamo fatto il fatto a quello gli abbiamo dato tutti i 7000 euro non abbiamo avuto nemmeno la parte nostra e gli demmo tutti i soldi a Troncone dai. Perché dovevamo fare 7 a testa” disse lui».

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Per gli inquirenti il «Troncone» a cui si faceva riferimento sarebbe Giuseppe Troncone, unico figlio maschio di Vitale Troncone, fondatore e capo dell’omonimo gruppo camorristico di Fuorigrotta, rimasto gravemente ferito a seguito di agguato camorristico il 23 dicembre del 2021 e non ancora perfettamente deambulante.

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