«Repetita iuvant non si addice al professor Savona, visto che la nuova audizione nella Commissione d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario non ha fugato i dubbi circa la vigilanza della Consob sul mercato azionario nel corso del lockdown». Lo ha affermato il senatore di Fratelli d’Italia, Andrea de Bertoldi, capogruppo nella Commissione d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario.
«Anzi – spiega -, il presidente Savona ha implicitamente ammesso che nel corso dell’intero periodo dal 19 febbraio al 16 marzo, in cui il mercato ha fatto segnare una perdita di valore pari al 41,2 per cento, e riguardo il quale abbiamo subito chiesto di conoscere quali iniziative fossero state assunte, la Consob ha deciso di agire soltanto dal 13 marzo e cioè dopo un’ulteriore riduzione del 16,7 per cento del 12 marzo».
«Esaminerò – continua de Bertoldi – con attenzione il materiale che ci è stato consegnato, ma posso già da adesso dire che avverto incertezza e timidezza di intervento, peraltro confermata dalle parole del presidente Savona, che ha precisato che nelle sue iniziative di vigilanza la Consob deve tener nel debito conto le esigenze di tutti gli attori del mercato finanziario. Il che però contrasta con quei poteri che la Consob dovrebbe esercitare al solo fine di tutelare gli investitori e garantire il buon funzionamento dei mercati mobiliari».
«E che la Consob non abbia esercitato quell’azione di vigilanza efficace e tempestiva è anche confermata dalle affermazioni del presidente Savona, che ha spiegato che degli oltre 600 dipendenti in forza alla Consob, soltanto 14 sono quelle assegnato allo svolgimento di compiti di vigilanza operativa. Insomma i dubbi, tanti, rimangono intatti» conclude il senatore.
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