Omicidio Cerrato, la moglie: «Da me avranno sempre battaglia»

di Virginia Iadonisi

L’uomo ucciso per un posto auto

«Resto a Torre Annunziata, come loro, e da me avranno sempre battaglia»: mostra lo stesso piglio che l’ha sostenuta in primo grado, Tania Sorrentino, moglie di Maurizio Cerrato, il custode del Parco Archeologico di Pompei ucciso con una coltellata al petto a Torre Annunziata, in provincia di Napoli, il 19 aprile del 2021, solo per un parcheggio.

Le sue parole sono rivolte a coloro che quel tragico giorno uccisero il marito per rivendicare un posto auto davanti alla loro abitazione, occupato con la sua auto dalla figlia di Cerrato. Oggi, davanti alla Corte di Assise di Appello di Napoli è iniziato il processo di secondo grado che vede, così come in primo grado quattro imputati, tutti condannati dalla Corte di Assise a 23 anni di reclusione.

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All’appello degli imputati, due collegati in videoconferenza dalle carceri dove sono detenuti e gli altri due, uno dietro le sbarre e l’ultimo, anziano e ai domiciliari, con problemi di deambulazione (seduto in fondo all’aula all’altro capo della stessa panca dove è seduta la famiglia della vittima) è seguita la costituzione delle parti civili da parte del Comune di Torre Annunziata e della Fondazione Polis. Il Giudice ha poi illustrato le motivazioni della sentenza e, a seguire, i motivi che hanno portato alla presentazione dell’istanza di appello da parte del pm e anche dei legali dei condannati.

Perplessità mista a dolore sono stati manifestati dalla moglie di Cerrato, presente in aula insieme con la figlia Maria Adriana Cerrato (entrambe difese come in primo grado dall’avvocato Giovanni Verdoliva), rimasta coinvolta nell’aggressione che portò all’omicidio del padre, in relazione alla richiesta di assoluzione avanzata dagli avvocati degli imputati: «Certamente mio marito non ha afferrato un coltello e si è autoinflitto la coltellata che l’ha ucciso». Al termine dell’udienza il giudice ha fissato un programma delle prossime tappe del processo che riprenderà il 10 giugno con la requisitoria del sostituto procuratore generale e con le conclusioni degli avvocati di parte civile.

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