Crisi internazionali, il Consiglio di difesa: Italia invoca il diritto umanitario a Gaza

La riunione voluta dal presidente Mattarella

Di fronte alla crisi di Gaza, l’Italia «invoca l’applicazione del diritto umanitario e in particolare delle Convenzioni di Ginevra relative alla protezione dei malati e dei feriti, del personale medico e degli ospedali». E oltre al «pieno sostegno» ribadito all’Ucraina, «rimane necessario ricercare le prospettive che aprano la via a una pace giusta e duratura in conformità al diritto internazionale». Sono i due passaggi principali del lungo comunicato del Quirinale che riassume l’analisi del Consiglio supremo di difesa su «uno scenario generale di sicurezza» che «si è ulteriormente deteriorato» negli ultimi mesi.

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Dal Medio Oriente all’Ucraina, passando per il Mar Rosso, l’Africa e i Balcani, la riunione presieduta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con la premier Giorgia Meloni, i ministri interessati dai dossier e il capo di Stato maggiore della difesa, Giuseppe Cavo Dragone, ha passato in rassegna i vari scenari di guerra e di tensione geopolitica, partendo appunto dal conflitto fra Israele e Hamas.

Ribadendo la condanna al movimento terroristico per l’aggressione del 7 ottobre, il Consiglio ha rimarcato che «lo scenario che si è delineato, con la reazione militare di Israele e il conseguente impatto sulla popolazione civile, rende sempre più grave la situazione umanitaria nei territori della Striscia di Gaza, con spostamenti forzati di ingenti masse di popolazione in condizioni molto critiche».

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Serve «immediatamente» il rilascio degli ostaggi, lo stop alle ostilità da entrambe le parti e la ricerca di «percorsi di dialogo e convivenza», verso «l’unica strada ragionevole» ossia «la soluzione dei ‘due popoli, due Stati’». Sarà anche il tema del bilaterale in programma sabato a Palazzo Chigi fra Meloni e il primo ministro palestinese, Mohammad Mustafa.

Il «riemergere» dell’antisemitismo e l’attentato al premier Fico

Intanto nella riunione al Quirinale si è constatato il «riemergere» dell’antisemitismo, fenomeno «che va ben al di là di quanto sta avvenendo in Medio Oriente»: «Oggi come ieri – si nota nel comunicato finale -, si nutre di una visione distorta della storia e che deve incontrare la più netta condanna, senza ambiguità, senza interpretazioni di comodo».

E preoccupa in modo «altrettanto forte l’allarmante ritorno della violenza politica in Europa, testimoniato da diversi gravissimi recenti episodi, come avvenuto in Slovacchia con l’attentato al premier» Robert Fico. Nell’ordine del giorno formalmente non è rientrato lo scenario iraniano dopo la morte del presidente Ebrahim Raisi.

Le altre tensioni

Sul tavolo invece «l’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina», gli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso, di fronte ai quali il Consiglio valuta «imprescindibile la protezione delle navi in transito», le tensioni nei Balcani Occidentali, nel Mediterraneo allargato e nel Sahel. Serve quindi «affrontare le cause della instabilità in Africa, tenendo conto delle legittime esigenze locali e garantendo un approccio globale, come prevede il Piano Mattei», spiega la nota, aggiungendo che questi temi «saranno al centro del prossimo G7».

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Si è discusso anche della governance e della sicurezza delle infrastrutture critiche nazionali, evidenziando «la necessità di contrastare, in modo sistemico, ogni tipologia di minaccia, anche ibrida» e di avere un sistema «resiliente» in modo da «garantire la fornitura dei servizi essenziali».

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