Patenti «facili» per guidare i mezzi pesanti: 4 misure cautelari

di Chiara Langella

Le risposte fornite da un suggeritore residente a Napoli

Gli agenti della Polizia Stradale di Brescia, della Polizia Provinciale e i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattro persone accusate di associazione per delinquere finalizzata a far ottenere in modo irregolare patenti di guida di tipo B e carte di qualificazione del conducente (C.Q.C.) per la guida professionale di mezzi pesanti per conto terzi.

L’indagine, nel corso della quale la Guardia di Finanza ha effettuato accertamenti a carico del titolare di 4 autoscuole con il sequestro di oltre 1 milione di euro, ha permesso di contestare a carico dell’uomo e dei suoi fiancheggiatori i reati di associazione a delinquere, corruzione, istigazione alla corruzione e numerosi falsi in atto pubblico.

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È stato anche contestato il reato speciale di sostenimento degli esami di guida tramite sistemi di suggerimento, oltre ad ipotesi di estorsioni sui candidati. L’operazione ha individuato tra i primi casi in Italia, un «telefonista», suggeritore da remoto per gli esami. Gli indagati risultano più di 60. Vi sono anche approfondimenti investigativi su oltre 2.000 patenti (tipo A-B-C-C.Q.C.) conseguite nel territorio bresciano da persone di tutt’italia.

Sono in corso perquisizioni, condotte anche con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata con l’impiego di moderne strumentazioni tecnologiche e di due unità cinofile «cash dog» della Guardia di Finanza per la ricerca di soldi contanti.

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Il procuratore: «Aspiranti camionisti da tutta Italia»

«È una vicenda che va ad impattare sulla sicurezza nei trasporti. È stato scoperto un sistema che le motorizzazioni civili non riescono a prevenire nonostante siano emerse modalità note». Lo ha detto il procuratore capo di Brescia Francesco Prete. «Le quattro scuole guida collegate allo stesso titolare ora in carcere, erano il collettore di aspiranti camionisti da tutta Italia che venivano nel Bresciano per sostenere le prove» ha spiegato il procuratore capo di Brescia.

«Ci sono circa 2mila patenti sospette che analizzeremo. Molti patentati non sanno nemmeno parlare italiano». Chi sosteneva l’esame indossava microcamere collegate con l’esterno e via auricolare venivano inviate le risposte da un suggeritore residente a Napoli, da questa mattina agli arresti domiciliari. «Era previsto un tariffario fisso: si andava dai 2mila ai 5mila euro» ha specificato il pm Marzia Aliatis.

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