Camorra, armi e spaccio: 10 arresti
Associazione mafiosa, estorsione, tentata estorsione, detenzione di armi e detenzione a fine di spaccio di droga. Sono le accuse che, a vario titolo, hanno colpito undici persone ritenute inserite nel cosiddetto «Terzo Sistema», ovvero il clan del rione Moscarella di Castellammare di Stabia.
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La polizia ha eseguito undici misure cautelari (nove in carcere, una ai domiciliari e un obbligo di firma), a seguito del provvedimento emesso dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Il gruppo criminale – secondo la ricostruzione dell’Antimafia – è attivo nei comuni di Castellammare di Stabia, Pompei, Sant’Antonio Abate e altri comuni dell’area stabiese. Nel corso delle indagini svolte dalla S.I.S.C.O. di Napoli e dallo SCO, con il supporto operativo della Squadra Mobile di Napoli, sarebbero stati individuati vari episodi estorsivi ai danni di alcuni operatori commerciali e piccoli imprenditori.
Il boss in carcere impartiva gli ordini
Inoltre, uno degli indagati, benché detenuto, avrebbe mantenuto contatti telefonici con i propri complici, al fine di pianificare e dirigere le attività estorsive. Il gruppo criminale è un vero e proprio clan nato fra le palazzine del rione Moscarella con un obiettivo: contrastare il dominio decennale dei D’Alessandro e dei Cesarano. Al vertice, secondo le informative, ci sarebbero Silverio Onorato e Raffaele Polito (già condannati un anno fa).
Il cartello criminale si era posto in maniera equidistante dalle cosche storiche del rione Savorito e di Ponte Persica. Tanto che per gli inquirenti c’era il rischio concreto che potesse scoppiare una guerra di camorra dopo che il «Terzo Sistema» spostò alcune piazze di spaccio sul territorio delle due cosche rivali, spingendosi fino a Santa Maria la Carità.