La 29enne al barman: «Accetta la mia decisione e chiudiamo il discorso»
Le chat tra Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello vanno in scena nell’aula del Palazzo di giustizia di Milano dove è in corso il processo che vede alla sbarra l’ex barman per l’omicido della compagna e del figlio Thiago che portava in grembo. Il capitano dei carabinieri Gianluca Bellotti, alla guida della sezione che si occupa delle indagini telematiche e ha estratto i messaggi dal cellulare dell’imputato, ricostruisce lo scambio via whatsapp a partire dal 9 maggio del 2023, quando mancano meno di tre settimane al delitto avvenuto a Senago. La scoperta di un rossetto nell’auto del compagno e il silenzio di lui portano a troncare una storia che non la rende felice.
«È stato un piacere Ale» tronca Giulia il 9 maggio del 2023 e il giorno successivo la 29enne aggiunge «ognuno per la propria strada». Inutile il tentativo di Impagnatiello di recuperare. «Accetta la mia decisione e chiudiamo il discorso, non sono felice e vorrei ritrovare la mia tranquillità» scrive lei il 25 maggio chiedendo così di essere lasciata in pace. «Non voglio vivere una vita vicino a una persona sbagliata» è il senso delle parole che la quasi mamma pronuncia verso il compagno che la tradisce.
«Saluta Thiago lo vedrai dal binocolo» è il tenore di un altro messaggio che anticipa la fine della coppia, prima dell’incontro tra la vittima e l’altra donna dell’imputato. L’ultimo messaggio di Giulia è delle ore 18.30 del 27 maggio scorso ed è lapidario: «Fatti trovare».
I messaggi successivi, Giulia è scomparsa ma in realtà è già morta, sono mandati da Impagnatiello per ‘costruirsi’ un alibi e fingere una preoccupazione che non c’è. «Dicci solo che stai bene» oppure, «Dici solo che sei fuggita in qualche paese lontano per buttare giù tutto. Solo questo, ti prego», scrive alla sua ‘Baby’ alle ore 19.07 del 29 maggio.