Torre Annunziata al voto, Cuccurullo si presenta: «Questa terra non è Fortàpasc, il riscatto è possibile»

Il candidato: «C’è un grande tema che è rappresentato dalla gestione della quotidianità»

Corrado Cuccurullo, il docente universitario che il centrosinistra ha deciso schierare come proprio candidato sindaco alle Elezioni amministrative del prossimo giugno a Torre Annunziata, si è presentato questa mattina agli organi di informazione locali con una conferenza stampa tenutasi presso il giardino delle Terme Vesuviane.

Una location non casuale, vista la volontà di puntare sul patrimonio storico-culturale e sulle bellezze paesaggistiche del territorio affermata da Cuccurullo, il quale ha provato ad alzare l’asticella dei suoi obiettivi programmatici, ponendo come approdo per il percorso di rigenerazione urbana e di recupero del decoro urbano di cui, con tutta evidenza, necessita la città la candidatura di Torre Annunziata a Capitale italiana della Cultura.

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La Buffer Zone

Non una mera boutade, come se ne fanno tante durante le campagne elettorali, ma una precisa impostazione, finalizzata a guardare lontano, giacché, subito dopo aver enunciato quest’obiettivo, Cuccurullo ha subito rilanciato, dicendo che, qualora dovesse diventare sindaco, chiederà ai colleghi dei Comuni ricadenti nella Buffer Zone UNESCO del Grande Progetto Pompei di avviare un percorso condiviso per arrivare a candidare questa realtà a Capitale Europea della Cultura.

«Abbiamo bisogno di superare i confini comunali e di ragionare in termini di potenzialità del comprensorio. Questo vuole essere anche un modo per de-provincializzare la Città, proiettandola in una nuova dimensione» ha spiegato il docente di Economia Aziendale della Vanvitelli.

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Parla delle prospettive politico-amministrative, Cuccurullo, e lo fa con alle spalle un cartellone elettorale che lo riproduce e su cui campeggia la scritta – in verde, segno di speranza ma anche richiamo all’impegno per la rigenerazione anche ambientale del territorio cui non ha mancato di fare riferimento – Cuccurullo sindaco col centrosinistra.

«Mi fa piacere sottolineare quanto c’è scritto su questo tabellone, perché mette in risalto quella che è la mia appartenenza politica: non ho tessere di partito in tasca ma sono un uomo radicato da sempre nel centrosinistra» dice Cuccurullo e sembra un modo sia per mettere in risalto la sua indipendenza dai soggetti che lo hanno indicato e il suo voler avere le mani libere e rappresentare un elemento di discontinuità sia per porre dei precisi confini politici alla sua coalizione, che, dunque, resta sì aperta – tant’è che alle iniziali formazioni sostenitrici della candidatura del già Presidente di SoReSa si è aggiunta nelle ultime ore anche la civica Torre Viva – ma entro certi limiti.

Una visione strategica

«Sono consapevole che c’è un grande tema che è rappresentato dalla gestione della quotidianità, ossia dalla necessità di far funzionare bene quelle cose che pure dovrebbero essere elementari per una città civile» spiega il candidato sindaco del centrosinistra «ma, naturalmente, occorre anche una visione strategica, che si deve sostanziare nella rigenerazione urbana di quella larga parte del territorio comunale che si trova in uno stato di assoluto degrado».

«Oggi ci ritroviamo ad avere delle periferie che sono diventate i veri poli attrattori della città e un centro storico che, nonostante il suo potenziale, si è quasi completamente svuotato: dobbiamo de-periferizzarlo e animarlo nuovamente e l’idea è quella di seguire l’approccio del rammendo urbano teorizzata da Renzo Piano. Aggiungo che il disegno della città futura dovrà, ovviamente, essere il frutto di un processo di ampia condivisione con la popolazione» ha continuato Cuccurullo.

«Che si tratti del porto, del waterfront, dello Spolettificio o di altro ancora, non si può continuare a parlare di singoli progetti come se fossero disarticolati da un’idea complessiva di città e come se da soli potessero realmente essere catalizzatori di un cambiamento» ha puntualizzato il docente-manager.

Infine, la chiosa: «Se guardiamo al passato e poi torniamo alla realtà, bisogna prendere atto che Torre Annunziata non è più la Manchester del Sud Italia. Mi sento di dire con fermezza, però, che Torre Annunziata non è nemmeno Fortàpasc. Tra i cittadini e nel mondo dell’associazionismo ci sono tante realtà dinamiche e in grado di realizzare delle bellissime attività: è il momento di farle salire alla ribalta e di nobilitare nuovamente Torre Annunziata».

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