Camorra, operaio sciolto nell’acido: altri 3 del commando in manette

di Virginia Iadonisi

Risolto anche l’omicidio del ras Pasquale Manna

alle prime luci dell’alba i Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli hanno dato esecuzione a due misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale partenopeo su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, relative a due omicidi aggravati dal metodo mafioso.

Riguardano due efferati delitti, uno avvenuto nel 2000, l’altro l’anno scorso. Le prime tre sono state notificate dai carabinieri del nucleo investigativo di Napoli e riguardano l’omicidio di un operaio di 26 anni, Giulio Giaccio, assassinato e sciolto nell’acido nel luglio di 23 anni fa: secondo quanto emerso dalle indagini si trattò di un errore di persona. La vittima venne prelevata assassinata e poi sciolta nell’acido dai sicari del clan Polverino e non si ebbe più notizia dei resti.

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Le misure cautelari sono state notificate oggi al termine di indagini coordinate dalla Dda ad altri tre componenti il commando che agì scambiando l’operaio estraneo alle logiche criminali del quartiere per colui che aveva approcciato la sorella di un affiliato al clan. I destinatari dei provvedimenti sono Salvatore Simioli, Raffaele D’Alterio e Salvatore De Cristofaro a cui si è giunti attraverso le dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia. Altri tre killer – che al 26enne dissero che erano dei poliziotti – sono attualmente sotto processo per questo efferato omicidio.

L’omicidio di Pasquale Manna

Le altre tre misure cautelari invece riguardano l’omicidio di Pasquale Manna, assassinato circa un anno fa in un agguato nel quartiere Ponticelli di Napoli: anche qui si tratta di tre arresti emessi su richiesta della Dda e notificate dai carabinieri di Torre Annunziata. Manna che era in un distributore tentò disperatamente di fuggire in auto ma venne comunque ucciso dai sicari che entrarono in azione con il volto coperto da mascherine Ffp2. Era ritenuto il reggente del clan Veneruso-Rea di Casalnuovo (Napoli). Gli arresti riguardano Francesco Rea, Luigi Romano e Giorgio Bilangia

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Leggi anche: Il ras dei Veneruso-Rea ucciso per imporre egemonia all’interno del clan

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