Caso Roggero, i giudici: agì in preda a una forte rabbia, no a giustizia privata

di Marika Aiello

Il gioielliere che uccise due rapinatori a colpi di pistola

Quando i rapinatori lasciarono il suo negozio Mario Roggero avrebbe dovuto limitarsi a chiamare le forze dell’ordine, mentre invece li inseguì «con il precipuo fine di assicurarli, lui, alla giustizia, o meglio alla sua giustizia privata, con immediata ‘esecuzione’ della pena nei confronti dei colpevoli». Così la Corte di assise di Asti ha motivato la condanna a 17 anni di carcere del gioielliere di Grinzane Cavour (Cuneo) che il 28 aprile 2021 uccise due rapinatori a colpi di pistola.

I giudici hanno escluso la legittima difesa perché i componenti della banda erano già in fuga, ma hanno osservato che Roggero agì in preda a una forte «rabbia» provocata dal «fatto ingiusto altrui» e hanno applicato l’attenuante specifica. Quanto alle attenuanti generiche, non sono state riconosciute nella massima estensione anche perché il gioielliere ha dichiarato pubblicamente più volte «la propria convinzione di avere agito correttamente».

Setaro

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