Ex Ilva, il ministro Urso: ingresso nuovi partner entro il 2024

di Fabio Maresca

Incontro con la vicepresidente della Commissione Ue per il prestito ponte da 320 milioni di euro

Per Acciaierie d’Italia inizia la fase due: creare le condizioni per l’ingresso di nuovi partner privati. «Accadrà entro quest’anno» afferma il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, annunciando che martedì si recherà a Taranto per fare il punto con lavoratori, sindacati, indotto ed enti locali, insieme al commissario Giancarlo Quaranta che ha già preso possesso dell’azienda ed è al lavoro su una due diligence.

Nelle prossime ore invece a Copenaghen Urso parlerà con la vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager, del prestito ponte statale da 320 milioni, condizione indispensabile per salvaguardare gli impianti e sostenere l’ex Ilva. La garanzia della continuità produttiva passa dalla soluzione di alcune criticità, a cominciare da cassa e materie prime.

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Le materie prime

A Taranto, spiega Urso intervenendo al Forum in masseria 2024, dal momento che bisogna pagare in anticipo ma non c’è cassa «ci sono diverse navi in porto o in rada che non riescono a sbarcare le materie prime» e «nei magazzini ce ne sono poche o non ci sono». Una condizione che preoccupa dal momento che senza materie prime c’è il rischio di stop degli impianti, con impatti «molto importanti», avverte Urso, per un sito siderurgico.

C’è poi il problema della liquidità

«Ho fatto appello alle aziende siderurgiche italiane, clienti dello stabilimento ex Ilva, chiedendo di pagare in anticipo le fatture in scadenza nei prossimi mesi, per consentire al commissario di avere una cassa. Mi hanno risposto positivamente. Il gruppo Marcegaglia ha già dato ordine di pagare subito», ha spiegato Urso.

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Del tema torna a parlare il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che osserva come una agonia dell’ex Ilva «significherebbe abdicare all’idea di avere la produzione dell’acciaio in Italia. Diventerebbe – osserva – poi difficile discutere di temi come quelli dell’automotive se non hai più l’Ilva, che ti consente di avere alcune produzioni necessarie proprio per l’automotive».

Gli aiuti di Stato

La partita per il futuro di Acciaierie d’Italia si giocherà anche in Europa. Il prestito ponte da 320 milioni «per non essere sottoposto al vincolo degli aiuti di Stato dovrà essere restituito», quindi dobbiamo «documentare questa possibilità ma, per farlo, l’impianto deve essere rilanciato», sottolinea Urso.

Su questo ha iniziato a lavorare il commissario Giancarlo Quaranta, che spiega come l’obiettivo sia «riportare l’azienda nelle condizioni ottimali dal punto di vista dell’affidabilità produttiva e di sicurezza degli impianti». C’è però necessità di «approfondire vari aspetti, sia sotto il profilo tecnico-produttivo che gestionale», precisa Quaranta. Lunedì mattina il neo commissario di AdI incontrerà a Taranto i sindacati di categoria per fare il punto. E sui tempi necessari per il rilancio definisce l’orizzonte: «Sicuramente parliamo di mesi, non di anni».

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