«Spaghetti alla zia per ucciderla e intascare l’eredità»

Arrestata la nipote 58enne

Avrebbe provocato la morte di una prozia di 80 anni, Maria Basso, facendole ingerire degli spaghetti che la donna non avrebbe dovuto mangiare, dovendosi alimentare solo di cibo tritato, per fare ricondurre il decesso a cause naturali e potere beneficiare della sua eredità. È l’accusa contestata dalla Procura di Catania a una pronipote di 58 anni della vittima, che è stata arrestata da carabinieri della stazione di Aci Castello e posta ai domiciliari, con l’uso del braccialetto elettronico, per circonvenzione di incapace e omicidio aggravato.

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Una ricostruzione contestata dall’indagata che, difesa dagli avvocati Carmelo Peluso e Lino Rovetta, si professa innocente e anzi, sostiene, le avrebbe dato «le cure di cui aveva bisogno» e dato da mangiare solo «cibo spezzettato, come le era somministrato nella Casa di riposo in cui era ospitata».

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L’inchiesta, sfociata anche in un’accusa per omicidio, era stata avviata per circonvenzione di incapace dalla Procura di Vicenza nel dicembre del 2022 dopo la denuncia di un cugino di primo grado dell’80enne, l’ingegnere Mario Basso, che assistito dall’avvocato Stefano Rigoni Stern aveva presentato un esposto dopo la ‘scomparsa’ della parente da Asiago, dove viveva.

Dopo l’avvio degli atti urgenti il fascicolo era passato, per competenza, ai magistrati di Catania che dopo la morte dell’80enne, una ricca pensionata, ex dipendente della Farnesina, hanno contestato alla pronipote «l’attuazione di un progetto criminale» che sarebbe stato realizzato «facendo dapprima sottoscrivere all’anziana una procura generale e un testamento pubblico con cui, revocata ogni precedente disposizione che prevedeva il lascito a enti di beneficenza, la istituiva quale unica erede universale». La vittima, che non era autosufficiente, è morta, il 16 dicembre 2022, in una casa di cura di Aci Castello, dove risiedeva da circa 15 giorni.

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La ricostruzione dell’accusa

Il decesso, ricostruisce la Procura di Catania, sarebbe da collegare «all’ingestione avvenuta 5 giorni prima di cibi solidi, per lei fortemente dannosi a causa delle patologie da cui era affetta, che le consentivano di nutrirsi solo attraverso cibi omogeneizzati». Il movente, è la tesi dell’accusa, è l’eredità di Maria Basso, stimata in circa 500mila euro, tra soldi e gioielli. Custoditi in banca ad Asiago dove la pronipote si sarebbe recata per chiedere di averne accesso, ma ottenendo una risposta negativa e una segnalazione in Procura da parte dell’istituto di credito.

La vicenda ha inizio il 4 settembre del 2022, con quella che la Procura di Catania definisce come la ‘strana e improvvisa’ presenza della pronipote alla festa per l’ottantesimo compleanno della vittima ad Asiago che aveva insospettito i congiunti di Maria Basso.

Nell’arco di due mesi, «l’indagata avrebbe approfittato dell’affetto e dello stato di forte vulnerabilità della vittima, mostrando sin da subito un fortissimo interesse per il suo patrimonio» e il «2 dicembre del 2022, dopo averle fatto trascorrere la notte in una struttura ricettiva di Asiago, avrebbe costretta l’anziana ad affrontare senza soste il gravoso viaggio in auto fino ad Aci Castello».

I Carabinieri della locale stazione avviano le indagini dopo l’inchiesta aperta a Vicenza e seguono le vicende dell’80enne. E «fondamentali, spiega il capitano Domenico Rana comandante dalla compagnia dei Carabinieri di Acirele – sono state le dichiarazioni della donna, acquisite il giorno prima del decesso. Ci hanno permesso di ricostruire che lei era stata portata fuori a pranzo dalla pronipote e aveva mangiato un piatto di spaghetti e un dolce, che ne avrebbero poi provocato la morte».

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