Matteo Messina Denaro al pm: Falcone ucciso per il maxi processo? Riduttivo, vi siete accontentati

Il boss: «le mie amicizie erano dovunque»

Per un po’ ha pensato di essere stato tradito. Le manette scattate quando non se lo aspettava, mentre con un documento e un nome falso andava a fare la chemioterapia in una delle più note cliniche di Palermo, La Maddalena, l’hanno insospettito. «È stato tradito Gesù Cristo…», commenta ironico Matteo Messina Denaro con i pm che il 7 luglio sono andati a L’Aquila per interrogarlo. «E allora il colonnello mi ha detto ‘le assicuro che non l’ha tradita nessuno’ e io non gli ho creduto. Poi ragionando ho detto: vero è. Ho letto le carte e mi sono fatto pure una logica».

Matteo Messina Denaro: errore dire a mia sorella della malattia

E la logica dell’ultimo stragista di Cosa nostra finito in manette il 16 gennaio di un anno fa, che dovrebbe una volta per tutte far tacere le dietrologie sul suo arresto, è questa. Due persone sole sapevano della sua malattia: una era il suo prestanome Andrea Bonafede, il geometra che gli aveva prestato l’identità, «e non era pazzo a tradirmi», dice. L’altra era la sorella Rosalia, di cui Matteo Messina Denaro si fida come di se stesso. La conclusione sa di autocritica: «Mi avete preso per la malattia e per un errore mio, dirlo a mia sorella. Perché gliel’ho detto? Non volevo farmi trovare morto e nessuno in famiglia sapeva niente», dice.

Pubblicità
Rosalia e Matteo Messina Denaro
Rosalia e Matteo Messina Denaro

L’allusione è al pizzino trovato in una sedia a casa della donna, una sorta di diario clinico sulle condizioni di salute del fratello che hanno portato i carabinieri del Ros sulle sue tracce. Insomma a costargli la galera è stata la debolezza di confidare la malattia per evitare di fare la stessa fine del padre, don Ciccio, stroncato da un infarto mentre era latitante e fatto trovare in una campagna vestito di tutto punto per il funerale.

Matteo Messina Denaro, un mafioso anomalo

Il resto dell’interrogatorio è tutto un dire e non dire già visto nei precedenti incontri coi pm. Salva l’ammissione di essere mafioso: «un mafioso un poco anomalo, non mi sono inimicato nessuno nel territorio – spiega – Non ho mai rubato niente a nessuno. Parlo del mio ambiente, non ho mai cercato di prevaricare, né in ascese di potere, né per soldi». Sugli altri argomenti che i pm tentano di introdurre Matteo Messina Denaro fa un passo avanti e cento indietro. E al procuratore aggiunto Paolo Guido che gli chiede di contribuire a ricostruire la verità «anche per essere più sereno», risponde prima con un sibillino «mai dire mai», poi con un netto no.

Pubblicità Federproprietà Napoli

«Sono alla fine della mia vita, ma il punto è che io non sono il tipo di persona – e mi creda che è la verità, non me ne può fottere più niente – non sono il tipo di persona che vengo da lei e mi metto a parlare dell’omicidio, per rovinare a X, Y, non ha senso nel mio modo, mi spiego??», taglia.

I misteri sulla strage di Capaci

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
Giovanni Falcone (a sinistra) e Paolo Borsellino (a destra)

Stesso copione quando accenna ai misteri che restano sulla strage di Capaci. «A me mi sembra un poco riduttivo dire che a Falcone lo hanno ucciso per la sentenza del maxi processo. Se poi voi siete contenti di ciò, bene venga, sono fatti vostri, ma la base di partenza non è questa…», dice. Ma di andare oltre, di spiegare quali sarebbe il vero movente dell’attentato, non ha intenzione. Stanco e malato, Matteo Messina Denaro non perde comunque il tono sfottente.

E nel parlare della sua latitanza racconta di visite dal dentista e tatuaggi fatti nel centro del capoluogo siciliano da latitante. «Che vita facevo a Palermo? Libero come quella di Campobello, perché bene o male voi avete scandagliato quella di Campobello (il paese in cui ha trascorso gran parte della latitanza ndr), ma in genere sempre quella vita faccio, cioè lo stesso fac-simile», spiega concludendo: «le mie amicizie non è che iniziano e finiscono solo nel mondo che voi considerate mafioso, non è così, le mie amicizie erano dovunque».

Laura Bonafede e Matteo Messina Denaro al supermercato

Setaro

Altri servizi

Per l’ex Ilva di Taranto arrivano le offerte dei big

In corsa indiani, azeri e ucraini. Italiani alla finestra A mezzanotte è scaduto il termine per la presentazione delle offerte vincolanti per l’acquisizione del gruppo...

Pizzaiolo italiano arruolato da Mosca e arrestato nel Donbass: il saluto in un video

Il 51enne in un filmato: «Sono Giovanni, italiano» Un italiano, di professione pizzaiolo e originario della Campania, si è arruolato come volontario nell’esercito russo ed...

Ultime notizie