Doveva lavorare su un traliccio ma viene travolto da un treno: non c’è scampo per un 51enne

di redazione

Potrebbe essere stato un errore umano

Forse non ha sentito l’arrivo del treno o forse non lo ha visto a causa della nebbia fitta. È affidato alla Polizia ferroviaria la ricostruzione di quanto accaduto la notte scorsa a Chiari, in provincia di Brescia, lungo i binari della Milano-Venezia dove un operaio è morto travolto dal treno alta velocità Italo fra Bergamo e Napoli.

Lima Martins Rolando Joao, nato in Portogallo, 51 anni, doveva lavorare su un traliccio dell’alta tensione per conto di una azienda esterna a Rfi ed è stato ucciso, verso la mezzanotte fra lunedì e martedì, dal convoglio che passava. Il giorno dopo sui binari sono rimasti l’orologio e il cellulare della vittima, distrutti dal tremendo impatto. Una immagine agghiacciante. Gli inquirenti hanno già ascoltato il macchinista del treno e i colleghi dell’uomo che con lui avrebbero dovuto lavorare la notte scorsa.

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La versione di Terna e Rfi

Erano stati infatti programmati da Terna i lavori di tesatura dei conduttori su una linea della rete elettrica nazionale in costruzione lungo la linea Milano Brescia nella tratta tra Calcio e Chiari. «L’evento è avvenuto prima dell’orario stabilito di avvio delle attività pianificate con fermo treni» fa sapere Terna, mentre Rfi precisa: «È stato investito da un treno mentre si trovava indebitamente su un binario ferroviario». L’operaio era dipendente della azienda Rebaioli di Darfo Boario Terme (Brescia) per la quale recentemente aveva lavorato anche in Norvegia per un’importante commessa acquisita dal gruppo bresciano.

Le reazioni

«Attendo di avere tutti i dettagli e le spiegazioni affinché venga fatta piena luce sull’episodio» è intervenuto già la mattina il vicepremier Matteo Salvini aggiungendo che «la sicurezza nei cantieri è e sarà sempre una priorità». Il leader dell’Ugl Paolo Capone ha commentato: chiediamo «da anni più controlli e più sanzioni perché le situazioni di rischio vengano limitate quanto più possibile. Al contempo, riteniamo che fare formazione e diffondere una cultura della sicurezza a tutti i livelli e tra tutti i lavoratori, anche quelli più giovani, sia fondamentale per evitare le tragedie di cui ormai spesso dobbiamo prendere atto».

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La Cub denuncia che la «la strage infinita continua» e che la Lombardia «si conferma maglia nera». Per il senatore di Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni, presidente della Commissione di indagine sulle condizioni di lavoro, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro «gli incidenti sul lavoro sono la manifestazione di una gravissima patologia sociale su cui è urgente porre rimedio attraverso una forte azione preventiva fondata su controlli seri, efficaci, moderni, capillari». Da Brescia commenta Mario Bailo segretario provinciale della Uil: «di sicurezza se ne parla per un giorno e poi tutto si dimentica.

Siamo stanchi di vedere che la politica non interviene». L’ultimo incidente dalle conseguenze mortali sui binari in provincia di Brescia era avvenuto il 22 ottobre 2016 quando il 34enne Nicola Franchini, dipendente di Ferrovienord, morì a Rodengo Saiano nello scontro tra motrice e carro carico di binari e traversine lungo la linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo. Il datore di lavoro della vittima la Rebaioli informa che «le attività appaltate da Terna non prevedevano nessuna attività sui binari e neppure l’attraversamento degli stessi da parte degli operai né prima né durante il fermo treni». L’azienda «molto scossa per il tragico evento sarà vicina in ogni modo alla famiglia del proprio dipendente, che si è sempre distinto per professionalità e serietà nei suoi quasi vent’anni di lavoro con Rebaioli».

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