Accusati di falso in concorso
La Procura di Ravenna ha notificato a 36 persone tra medici e pazienti l’avviso di conclusione indagine per l’ipotesi di reato di falso in concorso legata alla certificazione di presupposti, ritenuti fasulli, per ottenere tra il 2021 e il 2022 l’esenzione dalla vaccinazioni contro il Covid-19. Tre le ragioni portate per arrivare a farsi escludere dalle dosi, figuranti allergie ai componenti del vaccino e mutazioni genetiche in grado di esprimere situazioni di rischio.
I medici – come riportato dai quotidiani locali – sono sette e risiedono a Ravenna, Cotignola (Ravenna), Manciano (Grosseto), Napoli, San Pietro in Vincoli (Ravenna), Verona e Rieti. I pazienti sono perlopiù ravennati e, in alcuni casi, provenienti da altre province o regioni.
Secondo le indagini coordinate dal Pm Angela Scorza, al centro di tutto c’era un medico 66enne ravennate che non aveva mai fatto mistero delle sue posizioni filo ‘no vax’ e ‘no mask’ tanto da essere stato notato manifestare in piazza durante la pandemia e avere rilasciato interviste esplicite sul tema.
È stato lui, grazie perlopiù a un virologo grossetano che attestava situazioni di rischio, ad avere certificato nella maggioranza dei casi la necessità di esclusione dal vaccino. Lui stesso il 31 marzo 2022 aveva ottenuto, attraverso due colleghi ora indagati, un certificato di esenzione. L’inchiesta era scattata a fine 2021 quando, nel contesto dell’obbligo delle vaccinazioni per le forze dell’ordine, un agente della polizia locale di Ravenna si era presentato al comando con un certificato di esenzione ritenuto dubbio: era poi stato lo stesso comandante del Corpo a inviare una informativa in Procura.