Contestata anche l’aggravante della premeditazione
E’ stata fissata per il prossimo 18 gennaio 2024 davanti ai giudici della Corte d’Assise di Milano la prima udienza del processo immediato per Alessandro Impagnatiello, l’uomo accusato di aver ucciso con 37 coltellate, il 27 maggio scorso, la compagna Giulia Tramontano, incinta al settimo mese. Al barman, attualmente detenuto, vengono contestate dalla gip di Milano Angela Minerva, così come chiesto dai pm Letizia Mannella e Alessia Menegazzo, quattro aggravanti: di aver agito con crudeltà, di aver premeditato il delitto, di essere stato mosso da futili motivi e di aver accoltellato la propria convivente.
Il rito immediato consente di saltare l’udienza preliminare e arrivare dritti al dibattimento dove l’imputato, difeso dai legali Giulia Gerardini e Samanta Barbaglia, sarà alla sbarra per rispondere di omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale. Impagnatiello, che aveva una relazione parallela con una collega di lavoro, ha ucciso la compagna a coltellate, le prime inferte nella zona del collo, poi ha continuato a colpire senza che Giulia riuscisse a difendersi.
Trentasette coltellate tutte nella carne viva. Quindi ha cercato di disfarsi del corpo: prima ha tentato di dargli fuoco nella vasca da bagno, poi ha provato a nasconderlo in un box quindi lo ha abbandonato, avvolto in cellophane e sacchetti di plastica, in via Monte Rosa a Senago, a meno di 700 metri da casa. Un piano eseguito tutto da solo, secondo quanto confessato e ricostruito dagli investigatori.
Un omicidio crudele e premeditato, come dimostrano le ricerche via web e il ritrovamento di alcune bustine di veleno per topi, sostanza tossica somministrata più volte all’ignara 27enne e trovata anche nel feto. Rappresentata dall’avvocato Giovanni Cacciapuoti, la famiglia di Giulia, uccisa dopo poche ore dell’incontro con l’amante di Impagnatiello, è pronta a costituirsi parte civile nel processo, scelta che verrà tentata anche dal Comune di Senago.