Secondo Movimpresa più aperture e meno chiusure rispetto al 2022 ma la vitalità del sistema resta contenuta
Imprenditoria nazionale, il trimestre appena concluso ha fatto registrare segnali positivi anche se non eclatanti. Stando ai dati di Movimprese, l’osservatorio sull’imprenditoria nazionale condotto da Unioncamere ed InfoCamere, tra luglio e settembre il registro delle imprese delle Camere di Commercio ha rilevato un saldo attivo di oltre 15mila attività economiche avviate nel trimestre di riferimento (+0,26% rispetto alla fine di giugno).
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I risultati raccolti evidenziano una vitalità positiva ma contenuta del sistema imprenditoriale: il saldo si colloca al di sotto della media degli ultimi dieci anni e i due flussi di aperture e chiusure si segnalano tra i meno brillanti del periodo. Il segno positivo contraddistingue, seppur con scarti minimi, tutte le regioni del Paese, con il Lazio che fa registrare notevoli passi avanti grazie alla spinta della città di Roma che ha visto aumentare considerevolmente nell’ultimo periodo le aperture di attività ristorative, ricettive e di servizi.
Ottimi risultati anche dalla Lombardia (+3.334 imprese pari a un tasso di crescita dello 0,35%), dove Milano realizza una performance (+0,49%) in linea con quella della capitale. Mentre crescono i settori della ristorazione, degli alloggi e delle costruzioni, crollano invece quelli delle attività professionali, scientifiche e tecniche; al palo anche i settori del commercio e delle attività manifatturiere, entrambi con un tasso di crescita inferiore allo 0,1% mentre (unico tra tutti i settori) finisce in campo negativo quello dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (-0,1%).
La forma giuridica
Passando alla forma giuridica, dal report condotto è emerso che circa il 30 per cento degli imprenditori preferisce la società di capitali (srl ed srls fra tutte) anche se la ditta individuale resta la principale forma organizzativa scelta dai neo-imprenditori. Da questo breve report è evidente che il nostro paese sta perdendo smalto nei settori tradizionali, motori di traino della nostra economia, per sviluppare quelli più vicini al turismo.
Positiva è certamente il dato sulle costruzioni, un settore fermo da troppi anni che ha subito una ripartenza grazie soprattutto alle politiche agevolative dell’ultimo periodo. Risultati più che lusinghieri per la Campania con quasi 6mila nuove imprese ed un tasso di incremento dell’1% ed un saldo di 1836 unità, valori di poco inferiori alle provincie Lombarde prese come riferimento.
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