I boss del clan Sorianiello ricercati dalle forze dell’ordine
La cocaina colombiana è di qualità inferiore rispetto a quella boliviana ma se opportunamente miscelata «…esce la bomba atomica…». Ne è convinto il narcos Simone Bartiromo che dopo l’arresto del narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale e del suo braccio destro Bruno Carbone era diventato un punto di riferimento del traffico di stupefacenti. La circostanza emerge dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta della DDA e notificata ieri dal Nucleo Investigativo del Comando provinciale dei carabinieri di Napoli e Bartiromo, insieme con il boss Simone Sorianiello, sono due dei tre indagati (il terzo è deceduto) a cui non il provvedimento non è stato notificato in quanto irreperibile.
Il clan Sorianiello del rione Traiano di Napoli preferisce la cocaina boliviana perché secondo le voci di mercato sarebbe di qualità superiore e i militari dell’arma sono riusciti a intercettare le conversazioni durante le quali il boss Soraniello e il narcos Bartiromo parlano di una chat privata che utilizza il sistema di codifica encrochat (quello adoperato anche dal narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale). Bartiromo (che è della provincia, di Marano di Napoli) riferisce di essersi inserito nell’ambito dell’organizzazione camorristica di Secondigliano che fa capo a Giovanni Cortese, detto «o’ cavallaro».
Non solo. Si discute anche di come tagliare lo stupefacente. In una intercettazione ambientale a casa Sorianiello del 29 aprile 2021, si fa riferimento a cattivo odore che lo stupefacente colombiano (di qualità inferiore rispetto al boliviano). A parlare è proprio Bartiromo: «devi prendere il colombiano (droga proveniente dalla Colombia) così lo mischio sotto la pressa… si pressa e perde quella puzza di acetone… meglio mischiare il colombiano che il boliviano (droga proveniente dalla Bolivia) senza odore perché mischiandolo fai 850 e 150 così esce la bomba atomica e nessuno si lamenta…».
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