Nuova stretta sul superbons: correzioni per salvare i condomini con lavori già avviati
Nuovi sostegni per arginare il caro bollette. Un bonus benzina per tutelare gli automobilisti dalla corsa dei prezzi dei carburanti. Una ulteriore stretta sul superbonus, con correzioni per salvare i condomini con lavori già avviati. Parte da queste misure, e dall’obiettivo prioritario di aiutare i redditi bassi, la sfida d’autunno del governo. Strade che corrono parallele al difficile lavoro di preparazione della manovra, che entra ora nel vivo con una serie di appuntamenti cruciali culminando a fine mese con la definizione delle risorse davvero disponibili.
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Il primo momento di confronto è atteso oggi, quando riuniti intorno allo stesso tavolo per parlare di manovra si troveranno a Palazzo Chigi i capigruppo di maggioranza. Una verifica per mettere a fuoco le richieste che ciascun partito vorrebbe vedere inserite nella legge di bilancio. Ma anche per ribadire la linea della prudenza che presidenza del Consiglio Chigi e Mef ripetono da settimane: le risorse sono poche, tutto sarà dirottato sulle priorità; quindi niente impuntature su bandierine irrealizzabili, il programma è confermato, ma nell’orizzonte della legislatura.
Proprio per trovare un momento comune prima dei prossimi appuntamenti, la premier ha chiamato a raccolta tutto il partito – parlamentari e ministri – per una cena che dovrebbe servire a fare il punto in vista anche della kermesse di Fratelli d’Italia prevista per il 24 settembre in occasione dell’anniversario della vittoria delle elezioni.
Ma sul tavolo dell’esecutivo non c’è solo il tema della manovra, con i tanti nodi che si porta dietro, dal fardello del superbonus alla spada di Damocle del negoziato sul nuovo Patto di Stabilità.
Il caro bollette
A fine mese scadono infatti i sostegni per il caro bollette, compresa la proroga del bonus sociale. E il governo è già al lavoro per studiare le prossime mosse. «Stiamo valutando» la conferma delle misure scattate a luglio, spiega il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto. Si attende dunque un decreto prima della fine del mese. In cui potrebbe figurare anche il nuovo bonus, destinato a tutte le famiglie senza limiti di reddito, annunciato a marzo.
Il caro carburanti
In cima alle emergenze c’è anche l’aumento dei prezzi dei carburanti. L’idea cui si lavora resta quella di un bonus, pensato soprattutto per i redditi più bassi: ci si concentra sull’individuazione dello strumento più adeguato e della potenziale platea e l’interlocuzione avviata nell’ultimo consiglio dei ministri potrebbe prendere un’accelerazione in una delle prossime riunioni.
Superbonus
Riflettori sempre puntati infine sul superbonus, un fardello che pesa sui conti pubblici e che non smette di creare situazioni di difficoltà per famiglie e imprese. L’idea è che questa agevolazione «ereditata» e tutt’altro che gradita dall’esecutivo diventi uno strumento per «tutelare chi i lavori non se li potrebbe permettere, non chi se li può permettere e magari così non li paga», mette in chiaro il sottosegretario all’Economia Federico Freni.
In concreto si pensa a riaprire cessioni e sconto in fattura ma solo per i redditi più bassi. Una strada che però presenterebbe qualche difficoltà, osserva Freni: «Se il credito del superbonus fosse cedibile solo da chi ha redditi bassi il problema sarebbe risolto, solo che poi abbiamo dei vincoli anche costituzionali».
La manovra
Il lavoro sulla manovra intanto parte dalla certezza dei capisaldi: taglio del cuneo, sostegno ai redditi più bassi, attenzione massima alle famiglie e alla natalità. Il problema resta la difficile caccia alle risorse – la verifica si farà con la Nadef entro il 27 settembre -, mentre tra i ministri si registrano i primi malumori per i tagli chiesti dal Mef, che tra pochi giorni, entro il 10 settembre, attende di ricevere da tutti le proposte di risparmi.
Si guarda con particolare attenzione al tema della sanità, con le opposizioni in pressing per evitare il rischio di nuove sforbiciate. Timori anche per il dossier pensioni. Un quadro che non convince i sindacati. «Guardando quello che è stato fatto fino ad oggi i temi non sono risolti», avverte il leader della Cgil Maurizio Landini, annunciando che è stato chiesto ai lavoratori il mandato «di arrivare se è necessario fino allo sciopero generale».
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